Autore: Claudio Di Manao
Il subacqueo americano è il prodotto dei principi che regolano la grande industria: vendita aggressiva, servizio esasperato e la costante minaccia che incombe su istruttori e diving centers: una causa in tribunale.
E’ addosso al subacqueo americano che vedrete le attrezzature dai colori e fogge più stravaganti ed il maggior numero di: bombolini spare, allarmi acustici, maschere dai filtri colorati, mute spaziali, fischietti, lanciarazzi, liquidi antinebbia, silicone per i baffi, tette finte e pinne strane. Da qui si capisce anche perché la maggior parte ha deciso di non possedere attrezzatura propria. Il computer subacqueo, sorprendentemente, è un oggetto sconosciuto ai più. Specie endemica dei Carabi e del Pacifico, dove rappresenta la maggioranza dei sub in circolazione, in altre aree l’Americano appare un po’ sperduto e fuori posto, con mute non idonee, attacchi per bombole e gav fuori misura, sempre alla ricerca di qualche indispensabile accessorio di cui al diving s’ignora l’esistenza, o che non è possibile reperire in loco. Ha sempre grossi problemi con le manutenzioni in quanto tutte le chiavi disponibili saranno rigorosamente in millimetri, e mai in frazioni di pollici.
E’ anche il subacqueo che fa più domande. In genere già a due settimane prima dell’arrivo telefona per chiedere i dettagli tecnici delle barche, la descrizione dei punti d’immersione, la temperatura dell’acqua e dell’aria, (in Fahrenheit), il colore, la taglia e la marca delle attrezzature in affitto. Per arginare la sua sete di informazioni secondarie è indispensabile contrattaccare con una serie di briefing preventivi, munirsi di mappe, brochure e libri sui pesci: se non glie lo dite, ve lo domanderà.
A bordo ha un comportamento piuttosto ordinato, ma aspettatevi che per colpa dei vecchi marpioni a caccia di mance che vi hanno preceduto, non sappia montare la sua attrezzatura. Nell’ostinata convinzione, tipica della specie, che in barca è come in aereo, si aspetterà l’aria condizionata, che qualcuno gli serva tè o caffè, e delle caramelle per togliere il sapore del sale dalla bocca dopo l’immersione.
In acqua ha un concetto dell’assetto e dello stare col compagno che assomiglia molto ai movimenti dei caccia di Guerre Stellari, ma non è colpa sua: nessuno gli ha mai spiegato che non si nuota con le braccia.
Cresciuto nel mito dell’ottimizzazione, odia ritardi e perdite di tempo. E’, per natura ed educazione, poco incline alla disobbedienza, quindi si fiderà del divemaster fino in fondo, avrà cura del compagno e difficilmente si ficcherà nei guai. Alla scoperta che con un computer si possono effettuare immersioni più lunghe dei 30 minuti cui è stato abituato da piccolo, vi sarà grato per tutta la vita. Il suo temperamento è spesso aperto e gioviale, ma se volete farvi un nemico accendetevi una sigaretta.
Scheda tecnica:
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Profondità massima: 30m.
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Consumi: di norma elevati
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Pinneggiata: brusca e veloce.
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Preparazione teorico/pratica: rigorosamente insufficiente sul no-fly time.
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Tipo d’immersione preferita: facile.
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Attività subacquea preferita: fish-feeding.
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Forma: grande incidenza di XXXXL
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Segni di riconoscimento tipici della specie: muta in lycra, femmine truccate ed ingioiellate.
Domande più frequenti:
“Quanto guadagni?” “Quanto riesci a risparmiare?” “Non avete ghiaccio a bordo?”.
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