Articolo dii Nadia Bocchi, foto di Davide Strapazzon
Dopo un lungo inverno piovoso, una primavera piovosa, arriva finalmente un raggio di sole: si parte per la Puglia!
Luca Pedrali ed io siamo stati invitati da Vito Buongiorno (del Gasp) per un primo tentativo di esplorazione nel lago terminale dell’Abisso Donato Boscia.
E’ stato organizzato un campo speleo di una settimana al quale prenderanno parte numerosi gruppi speleologici provenienti da diverse regioni italiane.
Partiamo la sera del 24 aprile, poche pause lungo il tragitto, solo qualche ora di sonno in autogrill e finalmente in tarda mattinata siamo puntuali all’appuntamento ad Alberobello con i ragazzi del gruppo speleologico Gasp.
In compagnia di Luca, Marisa, Benedetta e Vito raggiungiamo la sede, dove stiperemo tutto il nostro materiale subacqueo.
Occupiamo un’intera sala di bombole, mute, compressore … con tutta sta roba potremmo esplorare l’intero sottosuolo pugliese ma Luca ha sempre il timore di dimenticare qualcosa!
Il pomeriggio decidiamo di scendere subito in grotta per valutare il tipo di materiale da portare e come gestire l’immersione.
Alla grotta si accede da un tombino posto in un uliveto, dove, dopo un primo passaggio un po’ costretto, la grotta si sviluppa per un percorso di circa un chilometro che si alterna tra pozzi verticali e tratti orizzontali ricchi di concrezioni.
L’ultimo pozzo di 130 metri si apre come un’enorme voragine che finisce direttamente in un lago, per questo motivo sarà necessario creare un punto di appoggio per le attrezzature e per poterci cambiare.
L’idea è di costruire una piattaforma nella parte più stretta del lago fissando dei tiranti alle pareti di roccia che possano sospendere delle assi, che a loro volta saranno bloccate tra di loro.
Igor, Luca e Nico montano un traverso sulla parete laterale, ossia una corda che servirà da ancoraggio per non cadere in acqua e da qui Mauro si calerà per mettere insieme la piattaforma. L’impresa non è facile visto la logistica, tra il trasporto del materiale e la messa in opera passano tre giorni.
Questo si traduce in un’unica possibilità d’immersione che tenteremo di giocarci al meglio!
La scelta dell’attrezzatura è fondamentale, dobbiamo portare l’indispensabile e allo stesso tempo scegliere l’attrezzatura più versatile poiché non sappiamo quello che troveremo là sotto.
Luca utilizzerà un bibombola 7+7litri caricato ad aria, più una stage di 7 litri nitrox 40%, mentre io un bibombola 5+5 caricato ad aria.
Il 28 aprile è il giorno scelto per la punta; per evitare di fare tappo sui pozzi, ci suddividiamo in squadre: primo chi dovrà trasportare il materiale al fondo, poi Luca ed io accompagnati dal nostro team di supporto ed infine la squadra che monterà i paranchi per facilitare l’uscita dei sacchi.
Raggiungiamo il fondo della grotta in tarda mattinata, i sacchi sono appesi ai tiranti della piattaforma che può ospitare solo me, Luca Pedrali e Mauro; mentre Nico e Luca sono appesi al traverso (stile “piccionaia”) e si occuperanno delle riprese video dall’alto.
Con attenzione assembliamo tutto il materiale che è stato smontato per agevolare il trasporto ma poco prima di aver terminato il lavoro, la piattaforma comincia ad inclinarsi, un fix sta cedendo; mentre i ragazzi si assicurano al traverso io e Luca ci vestiamo velocemente.
Entro prima io in acqua per filmare l’ingresso di Luca e subito mi accorgo che a un paio di metri dalla superficie la visibilità è nulla. Nei giorni precedenti l’immersione sono stati gettati in acqua dei massi pericolanti e ciò ha provocato un movimento di fango che, a causa dell’assenza di corrente, è rimasto in sospensione.
A questo si aggiunge il movimento stesso di noi subacquei che crea un urto contro le pareti aggiungendo altro sedimento a quello già presente.
Luca parte, il filo scorre veloce e, a fatica, riesco a tenere il fuoco della videocamera, vorrei fargli un cenno di rallentare ma l’obiettivo principale è esplorare e le immagini sono il regalo in più che vorremmo fare ai nostri carissimi amici del Gasp!
Raggiungo i 20 metri con Luca, poi prosegue solo mentre io rientro per andare a esplorare due rami laterali che purtroppo chiudono subito in due salette aeree.
All’inizio il percorso è abbastanza obbligato, è una frattura nella roccia lungo la quale si passa senza difficoltà, poi di colpo scampana e Luca sceglie di proseguire sulla parete di sinistra. Scende verso il basso ancorando il filo di Arianna su alcune asperità ricoperte di argilla ma questo non fa altro che peggiorare la visibilità già compromessa. Raggiunge i 42 metri, un ultimo ancoraggio e poi prosegue seguendo un letto di fango poco inclinato. Non ci sono più punti di ancoraggio, tiene il filo in tensione e continua a scendere tentando con le mani di intuire la forma della grotta e le dimensioni ma urtando la parete sente dei blocchi cadere, riavvolge il filo e comincia a risalire.
Appena emerge dall’acqua, le prime parole di Luca sono <<48 metri>>, significa che aggiunti ai 264 metri di dislivello la Grave del Rotolo, Abisso Donato Boscia, con i suoi “- 312 metri” è la grotta più profonda di Puglia!!!
Urla di delirio in piattaforma: chi si tuffa in acqua (Mauro Regolini), chi rimane incantato in posizione zen (Luca Benedetto) chi si mangia finalmente il panino (Nico Masciulli) e chi si lamenta che sarebbe voluto scendere di più (Luca Pedrali).
Serviranno due giorni per portare fuori tutto il materiale dalla grotta ma, grazie a un ingegnoso lavoro di paranchi per opera di Maurizio, Valentina, Astigo, Lucia, Stefano e Vito, riusciamo senza fare troppa fatica.
Mentre risalgo il pozzo da 130 metri guardo giù quel punto d’acqua sempre più lontano dalla vista ma sempre più vicino al cuore: torneremo!
Ringrazio tutti gli amici arrivati da diverse regioni d’Italia per il loro prezioso aiuto, li ringrazio soprattutto per lo spirito con cui hanno affrontato quest’avventura: la voglia di raggiungere il risultato, l’infinito lavoro che non rende merito solo a chi ha compiuto lo sforzo ultimo dell’immersione, ma a tutti quelli che ci hanno permesso di poterlo fare.
Partecipanti: A.Masciulli, B. Ciaccio, D. Diberardino, D.M.Strapazzon, F.Guida, F. Bonpadre, G. Grasselli, G. Castrocaro, G.Boscia, I. Dalla Costa, I. Guagnano, L. Di Liso, L. Benedetto, L. Pedrali, L. Tronconi, M. Depretto, M. Zaccaria, M. Schilirò, M. Mottin, M. Regolini, M.Bramucci, M. Girotto, N. Bocchi, N. Masciulli, P.Rotolo, P. Antonini, S. Nicolini, V. Tiberi, V. Buongiorno e V.Lippolis.