Gli uccelli marini (come molti altri animali, tra cui tartarughe e cetacei) sono spesso trovati morti con grandi quantità di plastica nel loro stomaco.
È come se mangiassero volontariamente la plastica che trovano, ahimé con sempre maggior frequenza, in mare. Ma l’esperienza ci mostra che animali anche più indietro nella scala evolutiva sono molto selettivi nel cercare il cibo, e rifiutano cibi che non incontrano i loro gusti… E allora, perché gli uccelli si ingozzerebbero di plastica fino a morire?
Un’equipe di scienziati analizza il problema in un articolo apparso sulla rivista Science Advance. Un esperimento accurato dimostra infatti che la plastica che galleggia in mare si ricopre di alghe, che, crescendo sulla plastica, producono un composto chimico dal forte odore detto DMS (dimetilsolfuro). Le alghe producono lo stesso DMS quando vengono mangiate dal krill (crostacei planctonici). Gli uccelli marini sono golosi di krill, e molti di loro usano l’olfatto come senso importante per reperire il cibo. L’odore di DMS per un uccello è il segnale che il suo cibo preferito sta entrando in azione vicino alla superficie.
In altre parole, la plastica in mare si annuncia con lo stesso odore che si produce e si diffonde quando il krill mangia alghe in superficie… l’equivalente della campana che annuncia che il pranzo è servito per gli uccelli marini, che si precipitano in picchiata. Purtroppo il problema è che quello che odora di DMS sempre più spesso è plastica ricoperta di alghe. Gli uccelli sono ingannati e quando se ne accorgono ormai hanno ingoiato voracemente… pezzi di plastica
La sperimentazione, condotta sugli uccelli marini, potrebbe dare spiegazioni convincenti anche se estesa a altri animali, e in ogni caso rappresenta un motivo valido per fare molta attenzione nello smaltimento dei rifiuti solidi.
Nella foto di apertura un pulcino di sula aspetta i genitori, che gli rigurgiteranno in bocca il cibo raccolto.