Viene da sorridere oggi pensando alle vecchie, gloriosissime pinne Rondine della Cressi, nella loro prima versione in gomma nera, quando vennero messe a punto e infine commercializzate nei primi anni ’50.
Una pinna rivoluzionria, con la scarpetta finalmente chiusa e avvolgente per trasmettere bene gli sforzi gamba-pinna, con una comoda apertura anteriore per evitare costrizioni e abrasioni delle dita, con la pala saggiamente inclinata per una falcata decisamente migliore e con due belle e robuste costolature laterali per evitare che la pala flettesse come un budino.
Quella era la pinna Cressi. Punto e basta. Di gamma non si parlava. Anche se il passo successivo fu quello di affiancare alla versione nera quella azzurra, galleggiante e più morbida, destinata ai bagnanti e agl snorkelisti, che però all’epoca nessuno chiamava così.
Sì, viene proprio da sorridere oggi, pensando alle tantissime pinne a catalogo, ognuna destinata a una categoria ben precisa di subacquei, ognuna con delle caratteristiche ben specifiche che la differenziano da modelli simili ma al tempo stessi diversi per caratteristiche e prestazioni.
Nel settore snorkeling, oggi quantomai in fermento ed evoluzione, la Cressi ha recentemente introdotto le pinne Palau, sviluppando dei concetti del tutto nuovi e rivoluzionari.
Gli input forniti al progettista erano precisi. Dovevano essere delle pinne facili da usare, non stancanti, ma che al tempo stesso garantissero una buona spinta. E, soprattutto, dovevano essere facilissime da calzare e togliere anche in acqua, estremamente confortevoli e in grado di essere indossate da chiunque, anche se la calzata non corrispondeva proprio a quella dell’utente.
Un compito difficile, ma pienamente riuscito.
Ed ecco le Palau.
Novità assoluta è la scarpetta aperta, munita di cinghiolo, caratteristica delle pinne per autorespiratore e invece adottata su una pinna da snorkeling.
La scarpetta é naturalmente molto particolare, studiata in modo da alloggiare perfettamente il piede in modo confortevolissimo, senza dover indossare dei calzari.
Non solo, ma una stessa taglia copre ben 4 misure successive di calzata.
La taglia S/M, per esempio, può alloggiare dal 38 al 41 di piede, la M/L dal 41 al 44, un vantaggio enorme quando la compagnia è numerosa, come in famiglia o in un diving affollato, oppure a bordo di una barca charter. Poche taglie e tutti possono indossare le Palau senza problemi di sorta.
Pienamente assolto anche il difficile compito di calzare e togliere le pinne, sia in barca, sia in acqua, con estrema facilità. Basta un gesto e il gioco è fatto.
Sul piano prestazionale, si sono scelti per pala e longheroni laterali dei materiali piuttosto leggeri e flessibili, ma dotati comunque di una buona reattività, in modo da assicurare una pinneggiata fluida e poco stancante, ma al tempo stesso discretamente potente. Una pinna insomma per fare tanta strada con poca fatica, ma che non ti abbandona se si alza il mare o se c’è un minimo di corrente contraria.
Pensando all’uso nei diving, ma anche all’utilizzo, sempre più dffuso, in vari sport acquatici, il cinghiolo è dotato nella parte posteriore di un robusto anello, per poter fissare le pinne al corpo, alla tavola da surf o per appenderle alla parete.
Palau è realizzata in 5 taglie che coprono le calzate dal 32 al 47 e viene fornita anche nella versione Palau Bag, in una simpatica borsa, in abbinata alla maschera Onda e all’aeratore Gamma.
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