Khalas!!! Che in arabo vuol dire “finito/è tutto”.Direi che questa è la parola conclusiva perfetta per questi quattro mesi.
La presentazione di laboratorio di cui vi parlavamo la scorsa puntata è stata fatta e il mio responsabile era soddisfatto. I risultati erano “preliminari”: il che vuol dire che nessuno aveva idea di cosa avrebbero mostrato. Come vi ho già detto il mio progetto si occupava di simbiosi e, in pratica, mi sono stati dati diversi agenti chimici di cui si voleva vedere l’effetto sulla simbiosi stessa. Detto così sembra semplice, ma implica che, per ogni agente chimico, va organizzato un esperimento con passaggi precisi e concentrazioni dell’agente chimico stesso definite. E ovviamente ogni chemical (il nostro agente chimico) ha bisogno un esperimento diverso a seconda della sua natura chimica.
Comunque, non si poteva prevedere se ci sarebbe stato qualche effetto e, nel caso ci fosse stato, che tipo di effetto sarebbe stato. Se ci pensate è parecchio esaltante: poter mettere mano su qualcosa di nuovo per primi. Sta di fatto che qualche effetto è stato visto: fotografie, conte cellulari e analisi proteiche hanno dimostrato che i miei agenti chimici hanno davvero fatto “qualcosa” alterando l’equilibrio del rapporto simbiontico tra i miei animaletti (i miei bellissimi anemoni) e le loro alghe simbiontiche. Questi risultati verranno poi usati da un paio di studenti che ho istruito ad hoc prima di ripartire: ho illustrato il metodo che ho usato per gli esperimenti e le macchine che devono usare per svolgerli. E, fidatevi: alcune macchine hanno la grande capacità di essere poco collaborative. E tendenzialmente la logica di vita è: “Inshallah”, che in pratica si puo’ tradurre con “se Allah lo vorrà”. Sembra una frase super ottimista e piena di fiducia nel futuro, ma in realtà, se te la dice un tecnico di laboratorio in realtà assume un senso negativo e vuol dire “se…va bene…femo con calma, magari domani o dopo”. Comunque si sopravvive quasi tranquillamente, basta entrare nell’ottica.
Alla fine presentazione superata a pieni voti, unica pecca dal mio punto di vista è che i grafici con cui ho presentato i risultati, per quanto esatti e ordinati, sembravano troppo semplici dopo tutto il tempo che ci ho speso. Mi spiego meglio. Scientificamente parlando un grafico semplice, diciamo, per esempio, un istogramma a 5 colonne (ognuna delle quali rappresenta un chemical diverso) che è in grado di riassumere un esperimento complicato è esattamente quello che si pretende di ottenere alla fine di un progetto. Ma un grafico “semplice” non esprime le serate passate in laboratorio fino alle dieci di sera. Resta comunque solo un’impressione: lo scopo di questi 4 mesi è stato raggiunto e quando i risultati sono entusismanti è facile organizzare esperimenti futuri. Posso lasciare l’Arabia decisamente soddisfatta di quello che ho fatto: ho imparato tanto e ho dimostrato di poter gestire la vita in laboratorio.
Come ogni buona subba però, l’esperienza va conclusa sott’acqua: ultimo weekend nel paese e anche ultimo disponibile per respirare un po’ di azoto senza rischiare la morte sull’aereo. Non so perchè, ma il simbolo del “no fly” sul computer da polso mi ha sempre messo un po’ di ansia se c’è un aereo prenotato in tempi brevi. L’immersione si organizzata “al volo”: la visibilità non è perfetta, ma regala l’ultima chicca dell’Arabia: un piccolo e grazioso pesce pietra. Bello, bello, bello. E ovviamente tre/quattro nudibranchi che, ormai avrete capito, se mi immergo io non possono assolutamente mancare.
Alla fine si impacchetta tutto e si chiudono le valige: party d’addio e il taxi mi porta all’areoporto. Momento del check in: io e le mie due valigione, con cui si è debitamente giocato a tetris per far stare tutto (narghilè compreso) senza superare i 23 chili, arrivo, consegno il passaporto e, col biglietto in mano, aspettiamo di scoprire qual è il gate. Inshallah: con tutta la calma di questo mondo si sale alla fine sull’aereo e 5 ore dopo sono a Malpensa. Colazione con caffè “vero” e panino al prosciutto perché credetemi, dopo mesi senza affettati degni di questo nome vorreste mettere il maiale ovunque. A casa mi salutano le mie montagne e si inizia già a organizzare per il futuro: tra due mesi si inizia il dottorato ad Ancona (sempre e comunque in biologia marina, ci mancherebbe) e quindi serve una nuova stanza in affitto.
Prevedo settimane di ricerca e organizzazione: i nuovi inizi vanno sempre organizzati bene, sennò non resta tempo per le immersioni.