Autore: Andrea Scomparin
Ciao a tutti, sono Andrea Scomparin, quello che è passato “dalla scrivania di una banca ai fondali del Mar Rosso”. Volevo ringraziare ancora la redazione per aver dato spazio al mio articolo, e fare i complimenti per il sito internet. Sto ricevendo tantissime mail da parte di frequentatori del sito che mi raccontano la loro esperienza di vita: tanti, leggendo le mie parole, provano le stesse sensazioni che vivevo io fino a pochissimo tempo fa: vita lavorativa monotona e poco stimolante, desiderio di inseguire i propri sogni, voglia di fare qualcosa per se stessi e non per gli altri; c’è chi ha o aveva una famiglia, chi non ha più il lavoro, chi è veramente un leone in gabbia, e chi vuole semplicemente cambiare vita. Ma dalle mail che ricevo la cosa che traspare più evidentemente è il bisogno di sognare: tutti vorremmo veder avverate le nostre ambizioni ed aspettative di vita. Ricevo molti complimenti e in tantissimi chiedono consiglio a me su come trovare il coraggio per lasciare tutto e ripartire da zero: non mi sento un eroe per aver inseguito il mio sogno di fare l’istruttore subacqueo in un mare tropicale; piuttosto, continuo a rimproverarmi di non averlo fatto prima. Ne avrei guadagnato in salute e avrei cominciato a “vivere” molto prima, ma forse dovevo solo aspettare il mio momento e coglierlo al volo.
La cosa migliore che potessi fare è stata forse la più difficile: il primo passo, ovvero dare un taglio netto allo stile di vita precedente: sono partito lasciando la certezza per inseguire l’incertezza; ho lasciato un solido contratto a tempo indeterminato per firmare un accordo di collaborazione con una società di diritto egiziano; in termini economici mi è sicuramente costato l’aver lasciato uno stipendio sicuro, con 13esima, bonus e contributi, per inseguire il mio sogno e la mia passione, ma in termini di vita, soddisfazione e orgoglio personale la scelta “coraggiosa” che ho preso mi sta ripagando in pieno: tutto questo non ha prezzo; già nel momento in cui ho rassegnato le dimissioni mi sono sentito ringiovanito, per non dire rinato. Da quel momento in poi mi si è aperto un ventaglio di mille opportunità; questa esperienza di vita potrebbe cambiare: magari tra un mese starò facendo l’istruttore subacqueo in Thailandia o Malesia, o la guida turistica in Messico, o magari scopro che sono bravo a dipingere e mi trasferisco in Polinesia; per assurdo potrebbe anche finire tutto tra una settimana (ma spero proprio di no!), e comunque ne sarebbe valsa la pena; mille possibilità dunque, mentre nella “vita lavorativa precedente” ne avevo una sola: e non la sopportavo più. Quella non era vita.
Il comandante Jacques Cousteau, uno dei precursori delle immersioni con autorespiratore, la prima volta che vide il mare disse: “Talvolta, anche se di rado, si ha la fortuna di accorgersi che nella nostra vita è subentrato un cambiamento, si abbandona la via vecchia, s’imbocca la nuova e si prosegue dritti per la nuova rotta”. E io posso dire di aver avuto questa stessa fortuna: il mio spirito non poteva rimanere rinchiuso in un ufficio 12 ore al giorno; era il momento di cambiare strada.
Una delle cose più difficili, per ogni persona, è proprio il cambiamento, ma bisogna saper accettare il fatto che con il passare del tempo le cose evolvono, si modificano, subentrano fattori diversi, probabilità, opportunità, anche rischi e imprevisti…le cose insomma possono proseguire in modo diverso, che può essere più o meno positivo, ma ogni piccolo cambiamento contiene delle opportunità, basta saperle cogliere. Ad ognuno di noi fa paura l’incertezza; si preferisce piuttosto star male, ma vivere in un mondo che si conosce, pur di non cambiare: il tipo di vita attuale ci dà, in ogni caso, una certa sicurezza, perché la conosciamo. Invece fuori c’è un mondo che ci aspetta. Tante volte bisogna “buttarsi”, ma molto spesso si ha molto da guadagnare.
Sono qui a Marsa Alam da poco più di un mese, e già ho mille cose da raccontare, dalla vita in villaggio, all’organizzazione del diving, al nuovo mondo lavorativo; fino alla descrizione di colleghi e turisti (la maggior parte italiani), e anche del personale egiziano. Dal momento in cui mi sveglio, credetemi, non vedo l’ora di cominciare a lavorare: mi alzo alla mattina prestissimo, con il sole già alto che scalda i vetri delle finestre e sembra voler bruciare la tenda, senza neanche bisogno della sveglia (la stessa sveglia che una volta posticipavo di 5 minuti alla volta…capita anche a voi?); adesso non vedo l’ora di tirarla quella tenda: dietro c’è una spettacolare vista sul mare; qui a Marsa Alam la barriera corallina è ancora pressoché intatta, i fondali sono meravigliosi, i colori sono vivi, la vita marina è spettacolare e ogni immersione regala emozioni intense; qui si sta bene, c’è sempre il sole, i colori del mare sono meravigliosi e assumono tutte le tonalità di azzurro e blu; quello che forse mi dà più soddisfazione è l’aver già consegnato il brevetto subacqueo ai miei primi allievi. Ho accompagnato dei subacquei esperti in immersioni che si ricorderanno per tutta la vita, ho insegnato a dei bambini a montare l’attrezzatura e a scendere qualche metro in profondità. Non c’è niente di più gratificante; sto provando stati d’animo e sensazioni indescrivibili; mi sento più forte, più giovane, rinvigorito nello spirito, e tanto, tanto, orgoglioso di me stesso.
Ma comunque, al di la di questo mondo idilliaco che potrebbe trasparire dalle mie parole, è pur sempre un lavoro: bisogna avere una rigida organizzazione nella preparazione dell’attrezzatura, nella gestione delle escursioni, nella conduzione di immersioni e corsi; e alle volte, dato che è nella nostra natura umana, capita qualche momento di tensione; qualche battibecco tra colleghi è normale…ma in genere si dimentica tutto dopo 5 minuti. Inoltre, salutare i clienti e scambiarci due parole non mi pesa per niente, anzi mi fa molto piacere raccontare di me e fare la guida turistica, oltre che subacquea; il sorriso viene naturale, la pazienza con i neo subacquei che non riescono a togliere l’acqua dalla maschera o a compensare mi risulta del tutto spontanea…probabilmente non sono mai stato cosi; la mia passione per il mare è la vera forza motrice. E poi all’interno dello staff siamo come una famiglia: qui sembra molto più facile diventare amici; ognuno proviene da un contesto sociale e familiare diverso, con esperienze di vita diverse; ognuno ha qualcosa da raccontare.
Voglio citare un’altra frase del mio autore preferito, Sergio Bambaren, tratta questa volta dal romanzo Vela bianca: “…non è il verso in cui soffia il vento, ma il modo in cui orienti le vele a determinare la direzione che prenderai, così come i sogni possono influenzare il corso del tuo destino…”.
Continuate a scrivermi, un po’ alla volta sto leggendo e rispondendo a tutte le mail che mi arrivano; qui purtroppo la connessione internet è molto lenta e costosa, e non ho ancora una chiavetta internet tutta mia; mi trovo praticamente “in the middle of nowhere”, a meno di 300 km dal Sudan; davanti ho il mare, e dietro il deserto…e non potrei essere più felice.
Marsa Alam, 20 Maggio 2009
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