Autore testo: Erik Henchoz
Autori fotografie: Erik Henchoz e Team Underice
Immergersi sotto i ghiacci in condizioni estreme documentando l’esperienza dal punto di vista naturalistico e tecnico.
E’ stato questo il principale obiettivo del progetto che ha visto il Team Underice immergersi sotto i ghiacci del Lago Verney al cospetto delle più suggestive montagne delle Alpi e della Valle di La Thuile in Valle d’Aosta. Uno specchio d’acqua a 2.100 di altitudine, un lago alpino sepolto da 2 metri di ghiaccio.
Lago Verney: immagine panoramica scattata durante le fasi di realizzazione del foro di accesso.
Il lago Verney si trova nei pressi del Colle del Piccolo San Bernardo a pochi metri dal confine con la Francia ed è uno dei più estesi laghi alpini della Valle d’Aosta.
Situato in una conca naturale, durante tutto il periodo invernale presenta una spessa copertura di ghiaccio che ne ricopre interamente le acque. Le sue dimensioni, la profondità e la posizione geografica sono ideali per organizzare immersioni tecniche in condizioni particolarmente difficili. Posto ad una quota di 2.100 metri sul livello del mare, d’estate è raggiungibile tramite la strada nazionale del Piccolo San Bernardo.
In inverno, date le continue e copiose nevicate, il lago è raggiungibile esclusivamente tramite gli impianti di risalita della Funivie del Piccolo San Bernardo, in motoslitta oppure in elicottero.
Durante la stagione invernale le temperature in questa zona, una delle più fredde della Valle d’Aosta, sono molto rigide, caratterizzando così un ambiente di alta montagna severo e maestoso. Durante i mesi più freddi, le continue nevicate ed il peso del manto nevoso creano uno spessore di ghiaccio sulle acque del lago che può variare dai 50 centimetri fino ad alcuni metri di spessore.
In queste condizioni, senza luce e con basse temperature, la vita nel lago entra in una fase di calma e letargo apparente. Pesci ed invertebrati riducono le loro attività in attesa del risveglio primaverile: una primavera inoltrata che a queste quote arriva nei mesi di giugno e luglio.
Queste condizioni creano la situazione ideale per condurre delle osservazioni naturalistiche sul comportamento dei pesci e per effettuare una serie di test tecnici su attrezzature subacquee e fotografiche in un ambiente estremo.
Lago Verney: il campo base durante la preparazione alle immersioni.
Un’organizzazione minuziosa e dettagliata
Immergersi in situazioni così estreme, in acque fredde, in altitudine e sotto i ghiacci, comporta indubbiamente dei rischi oggettivi. Tutto deve essere progettato e organizzato con estrema cura e attenzione, non è ammesso il minimo errore o il guasto tecnico.
Per questo, oltre ad una meticolosa organizzazione del campo base, sono state utilizzate attrezzature di altissima tecnologia e qualità.
Il Team Underice ha utilizzato apposite mute stagne prodotte dalla Neptune Prosub, ottenendo così la necessaria protezione termica durante tutta la permanenza in acqua.
Discorso analogo per quanto concerne i respiratori subacquei: una coppia di subacquei ha utilizzato i rebreather Voyager, apparecchiature che si sono subito dimostrate efficaci e molto affidabili permettendo immersioni senza bolle utilizzando un sistema di respirazione a circuito chiuso. Gli altri due componenti del team si sono immersi, invece, con autorespiratori ad aria ed apposite maschere granfacciale Neptune Space (OceanReef), apparecchiature provviste di sistemi “antifreeze” e dotate di speciali comunicatori subacquei con i quali è stato possibile mantenere un costante contatto radio tra i subacquei e la superficie.
Ultimi controlli prima dell’immersione underice.
Il Team Underice
Il team che ha svolto i test tecnici e la documentazione naturalistica era composto da quattro subacquei professionisti:
Enrico Petigax: istruttore subacqueo (PTA – PADI – SSI), istruttore Rebreather (Didattica HBT), specialista in immersioni profonde e trimix. Si è occupato della gestione logistica del campo base, dei sistemi di sicurezza e dell’allestimento del campo subacqueo.
Erik Henchoz: istruttore e trainer subacqueo (MSDT PADI), istruttore di specialità Underice e Altitude Diver PADI. Fotografo subacqueo del progetto Underice: ha effettuato tutti gli scatti photosub sotto i ghiacci utilizzando Nikon D3 e Nikon D300.
Ketty Carere: guida subacquea (Divemaster PADI) e fotografa subacquea. Si è occupata dell’assistenza tecnica durante le sessioni di fotografia subacquea.
Michele Magnocavallo: istruttore subacqueo (PADI), specializzato nell’uso dei rebreather Voyager. Si è occupato del controllo e della predisposizione dei sistemi Voyager in modalità a “circuito chiuso”.
Il Team Underice durante le fasi di allestimento del foro d’entrata e del campo base.
Le immersioni sotto i ghiacci del Verney
Qualcosa di veramente unico e spettacolare, il foro di accesso al lago: due metri quadrati strappati alla coltre ghiacciata che sovrasta le acque del lago con colori azzurro turchese veramente invitanti. Tutto intorno il bianco immacolato della neve, il sole accecante, il verde dell’acqua, l’azzurro chiaro dei riflessi del ghiaccio e il nero del fondale quindici metri sotto il ghiaccio.
E’ questo il colpo d’occhio che si presenta ai subacquei arrivando nei pressi del campo base. I colori del ghiaccio catalizzano l’attenzione di tutti ed invogliano all’esplorazione. Come per contrasto, il freddo gelido dell’acqua e l’oscurità del fondo incutono un naturale rispetto, quasi un timore referenziale.
Il foro di accesso effettuato nel ghiaccio del lago Verney.
L’immersione, un momento magico
L’entrata nel lago si svolge per gradi: dopo aver indossato tutta l’attrezzatura, i subacquei scivolano lentamente nell’abbraccio ghiacciato del Verney. Ultimi controlli agli autorespiratori e agli scafandri della Sea&Sea forniti dalla FracoSub: pronti a scendere.
Pronti all’immersione photosub con la fotocamera Nikon D3 e la custodia Sea&Sea MDX-PRO D3.
Due metri più in basso ci aspetta un ambiente surreale: la luce del sole forma un fascio luminoso dalle dominanti color verde smeraldo che si perde gradualmente in profondità. La coltre ghiacciata è liscia, quasi perfetta, una lastra di ghiaccio purissimo che ci sovrasta … tutto intorno il buio e il freddo intenso.
L’esplorazione è appena iniziata, le luci dei caschi speleo e le torce della Dragonsub accendono l’oscurità glaciale delle acque del lago.
Immobili, sotto il ghiaccio, ammiriamo le bolle d’aria muoversi lentamente come alla ricerca di una improbabile via di fuga da questo universo piatto, una interminabile lastra di ghiaccio dal colore verde chiaro che segue le nostre azioni con un susseguirsi interminabile di sfumature e di chiaro scuri.
Inizia l’immersione: il passaggio attraverso il ghiaccio.
Il ghiaccio sott’acqua è liscio con colorazioni verde smeraldo.
Scendendo la luce proveniente dalla superficie si fa inevitabilmente sempre più debole: l’attrezzatura fotografica continua a svolgere egregiamente il suo compito mentre il freddo continua ad essere veramente molto intenso. Le batterie delle fotocamere si comportano davvero bene, la temperatura dell’acqua è a 0,8 gradi centigradi, mentre le Compact Flash Lexar da 16 GB archiviano velocemente le immagini che documentano la nostra nuova avventura.
Si scende sulla cima di sicurezza.
A -15 metri ecco il fondale: tutto è ricoperto da uno strato spesso e soffice di limo e alghe. Quaggiù la vita sembra quasi assopita, addormentata in un lungo sonno prima del risveglio estivo. Trote e piccoli invertebrati vivono quasi un semi letargo, un profondo torpore indotto presumibilmente dalla mancanza di luce e dal grande freddo che attanaglia anche noi subacquei.
Sul fondale l’ambiente è quasi spettrale.
Ancora qualche fotografia per documentare la nostra passeggiata glaciale mentre il foro d’uscita incomincia ad essere visibile. Il fascio di luce verde appare sempre più vicino, il ghiaccio si fa più chiaro e la luce più intensa, riemergiamo dalle acque del lago.
Sotto i ghiacci con la maschera Neptune Space dotata di sistema di illuminazione integrato.
Underice Experience è stato un vero viaggio glaciale, lo stupore e la scoperta di un ambiente estremo dove la vita è solo temporaneamente sospesa. Il freddo intenso che mette a dura prova l’attrezzatura subacquea, gli scafandri, le batterie e le fotocamere. L’opportunità di documentare un paesaggio sommerso così particolare ed affascinante, la certezza di essere stati ospiti inattesi in questo piccolo mondo dove regnano sovrani il gelo e l’oscurità.
Il nuovo appuntamento Underice è fissato per la prossima stagione invernale. Da marzo ad aprile, in collaborazione con la Società delle Funivie del Piccolo San Bernardo, sarà possibile seguire i corsi Ice Diver e effettuare le immersioni sotto i ghiacci con il Team del Progetto Underice Experience.
Un ringraziamento particolare agli sponsors del progetto ed in particolare: alle Funivie del Piccolo San Bernardo, a Nital Spa, a Fracosub e Sea&Sea, a OceanReef, a Dragonsub Italia, a Human Breathing Technology, a Lexar, a Neptune Prosub, a Pepposub, a Wild Tuna, a DivIta e a tutto il Team Underice Experience 2009, senza dimenticare la fantastica assistenza del distaccamento della Polizia di Stato di La Thuile e del Centro Addestramento Alpino della Caserma Monte Bianco.
Per maggiori informazioni sul progetto Underice Experience 2009 è possibile visitare il sito web: www.underice-experience.com
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Vi invitiamo a visitare: www.erikhenchoz.com