Autore: Pier Da Rolt (Oldshark)
E allora? Sono qui sotto quelle centenarie mura di Torri del Benaco.
Ebbene sono qui, ma non per ammirare tale bellezza. Sono qui per vivere…… vivere un’avventura come molte altre.
Sono sul lungo lago, è pomeriggio inoltrato di una bella giornata di febbraio, di quelle che s’incontrano una volta ogni tanto.
Parcheggio il mio vecchio fuoristrada ed inizio a preparare l’attrezzatura. L’ho fatto molte e molte volte, ma quando è l’ora sono sempre teso e penso ad ogni minimo particolare.
Scarico tutto e, minuziosamente, distendo le mie cose sullo scivolo, dovrà essere tutto a posto e tutto a portata di mano al momento dell’ingresso in acqua .
Regolo la macchina e mi avvio.
Un tuffo e finalmente galleggio senza più il peso di questo coso che mi porto sulle spalle e delle bombole che ho ai fianchi.
La sagola è lì pronta per essere afferrata, la prendo e mi tiro verso il basso per il primo metro, poi giù, sempre più giù lungo la scarpata. I sacchi contro polmone chiamano gas, lo inietto e riparto.
Sono al primo salto di roccia, guardo sotto e, come un giocoliere, mi tiro con le mani sulla roccia e salto nel vuoto, la macchina vuole ancora gas ed io, con il baypass del diluente glielo do.
Scendo e scendo, questa volta costeggiando la parete e inizio ad osservare questi sassi che da millenni stanno qui, ho la grande sensazione di essere un viaggiatore, un viaggiatore del tempo.
Rocce antiche, racchiuse in questa eterna oscurità, millenni di vita, millenni di terra, millenni di millenni ed io, misero uomo, con la mia vita fatta di un soffio, sono qui e ho la fortuna di ammirare queste eternità.
Mi avvicino ad un grosso buco e vi spio dentro, una bottatrice fa capolino, ma non la guardo molto, non mi interessa, è il mondo che mi circonda ad attrarmi, questo universo che mi avvolge, fatto di acqua ed oscurità.
Scendo e scendo puntando le luci del mio casco sui massi che giacciono sotto di me, incastrati testimoni di millenarie frane che hanno cambiato il volto della terra.
Guardo in su e nemmeno la più piccola luce trafora l’acqua.
Ascolto………. il frastuono del nulla, non emetto bolle, non so cosa sia il rumore. Ascolto……… solo un sibilo, quello dell’ossigeno che alimenta la mia macchina, quello che alimenta il mio corpo. Ascolto ………………………. Ascolto me stesso.
Arrivo al tubo e lo oltrepasso, vado oltre ed arrivo ad un ancorotto che giace sul fango, qualche marinaio avrà bestemmiato quando lo ha perso, ma in fin dei conti ha consegnato un cimelio al nostro lago.
Risalgo, lentamente come faccio ormai da molto tempo. Ogni volta che torno verso la superficie mi riesce più difficile farlo, una specie di tristezza entra nel mio cuore e so che, mio malgrado, dovrò tornare alla vita terrena.
Gli anfratti, le spaccature, i solchi, i canaloni passano davanti ai miei occhi come in un sogno, tutto appare ovattato e sembra un regno di Elfi, quegli Elfi che tanto amo. Un ultimo canalone, ampio quanto basta per accogliermi, vi entro e scivolo tra le sue pareti, con le spalle strofino sulla roccia, il byleout si incastra leggermente, con calma, senza fretta alcuna, lo sposto e lo faccio passare, lo tocco delicatamente e le mie mani sfiorano la roccia, ho la sensazione del tempo, sento lo scorrere dei millenni nelle mie dita, sento gli Elfi ed i loro animi nel mio, sono un viaggiatore…… un viaggiatore del tempo.
La decompressione è finita, esco dall’acqua ed il sole è ancora nel cielo.
Ripongo l’attrezzatura in macchina e mi siedo su una panchina in riva al lago. I miei cani si accucciano sull’erba sereni come sempre negli attimi che precedono il buio. Li guardo ed anche il mio cuore è pieno di serenità. Grandi e dolci creature, sanno darmi delle emozioni continue e riescono a riempire la mia vita come poche altre cose al mondo.
Il sole è una palla di fuoco e infiamma il cielo dell’ovest, guardo la prima stella che appare alta e penso a me, alla mia immersione all’essere stato, anche solo per due ore, un viaggiatore del tempo.
Sono stato molte volte in questo luogo ed in altri. Sono affondato nelle acque di centinaia di posti. Ho vissuto migliaia di volte queste avventure, eppure ancora mi donano quel sapore e quella voglia di vivere che solo l’amore sa dare.
Grazie acqua.
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