È il sette Maggio 2016 l’area marina protetta di Punta Campanella ha organizzato con l’ausilio di alcune associazioni del posto tra cui la Jacques Cousteau e con la sovrintendenza del Comune di Sorrento, la Guardia di Finanza e la Guardia Costiera, diverse giornate per ripulire i fondali da nasse, cime e rifiuti che giacciono sui fondali della zona di Sorrento.
L’area di cui ci siamo occupati in questa giornata è stata la spiaggia di Marina Grande, una delle aree più rinomate e contraddistinte nella zona di Sorrento.
C’è stata la risposta di tanti subacquei che sono accorsi per proteggere e salvaguardare il nostro mare partenopeo.
Al primo mattino e per tutta la mezza giornata ci siamo messi a disposizione del Parco Marino di Punta Campanella che ci ha coordinati per riuscire al meglio nella rimozione di tanti rifiuti tra i quali reti abbandonate, travi, vasi, sedie, bottiglie e un frigorifero che sono stati opportunamente smaltiti attraverso l’area ecologica di Sorrento.
Sono in fervore perché è la prima volta che partecipo alla pulizia dei fondali e non ho la benché minima idea di come verrà effettuata e coordinata questa attività, nel frattempo arrivo sul posto e già la vista di questa spiaggia mi fa emozionare, l’acqua è cristallina, con la scogliera e il Vesuvio di fronte lo spettacolo è garantito.
Mentre saluto l’amica Antonella che è passata a salutarci, arriva Linda con il consigliere comunale del Comune di Sorrento, insieme a tutti gli altri coordinatori di questa giornata che sarà trascorsa per ripulire il nostro beneamato mare.
Il mio impegno è quello di documentare attraverso la fotografia i subacquei che effettuano l’estrazione di tanti oggetti dal fondale sabbioso compresa tra una profondità di 2-6 metri.
Dopo il briefing tenuto da una degli incaricati del Parco Marino di Punta Campanella, siamo stati divisi in squadre considerato che sono presenti sul posto diverse associazioni di subacquei tra cui la Jacques Cousteau e gli Amici degli Abyssi. Ci dividiamo in 2 gruppi. Linda Guarracino ci coordina nel gruppo Cousteau siamo in cinque: Giuseppe Andreano in coppia con Gabriele Agarri, Linda G con Nadia Fiorentino Luigi Laezza e io che mi sarei avvicinata un po’ vicino ad ognuno per fotografare cosa venisse scovato.
Ci prepariamo tutti insieme nella vestizione appena pronti saltiamo in acqua.
Uno scenario molto imprevedibile e pericoloso quello a cui abbiamo assistito in immersione in quanto c’erano tante cime per l’ormeggio, tra cui alcune abbandonate che ostruivano non poco il percorso del subacqueo.
Ci spostiamo sotto il pontile dove lo scenario cambia, ci sono delle nasse sospese a mezz’acqua e un branco di pesci salpa si nascondono all’ombra.
Con grande piacere ho assistito alla liberazione in acqua di tanti paguri intrappolati nelle nasse che i pescatori depongono illegalmente in pochi metri di profondità, oltre alle decine di cime tagliate e abbandonate sui fondali che i pescatori usano per ormeggiare le loro barche, noncuranti del danno ambientale che possono procurare nonché il pericolo.
Per facilitaci il lavoro che è dispendioso di energie, in superficie abbiamo un pedalò di supporto che prende in custodia le enormi buste di plastica che incessantemente vengono riempite di rifiuti.
Ho trovato una bottiglia di vetro nella quale un blennide trova rifugio, è sorprendente vedere come gli esseri marini si adattino in certe condizioni, in cui l’uomo è il solo colpevole.
Continuo a vedere i miei amici che attivamente rimuovono cime e nasse, siamo da 60 minuti in acqua e a poco a poco si nota decisamente una differenza, sembra quasi un sito diverso, siamo tutti contenti del contributo che stiamo donando al mare.
Siamo intorno ai due metri di profondità incontro delle reti abbandonate sul fondale, sbircio e trovo una seppiolina intrappolata, con gioia immensa la libero, nel frattempo arriva Linda che si appresta a rimuovere quello scempio che addirittura trova un uovo di gallina.
Sono stati rimossi oltre 2 quintali di materiale, opportunamente smaltiti, con la collaborazione di tutti basta veramente poco per riuscire a tenere un mare pulito, un mare che dobbiamo rispettare, amare, per poterne apprezzare la bellezza che vi assicuro è infinita.
Tanti essere marini vivono nelle nostre acque, noi subacquei ne abbiamo più coscienza perché abbiamo modo di viverlo ad ogni immersione che pratichiamo. È stato -ed è- importante anche aver visto tanti turisti che erano presenti su posto, ai quali abbiamo lasciato un segno, chiarendo il motivo per il quale eravamo lì.
È importante anche e soprattutto per chi non pratica subacquea sapere quanto sia sensibile l’ambiente marino, di quanto sia facile modificare l’habitat dei pesci che ci vivono, stravolgerlo e con il tempo, distruggerlo.
Tante persone pensano che in Campania abbiamo un mare inquinato, posso affermare invece che abbiamo un mare ricco di biodiversità, siti d’immersione invidiabili, pareti e grotte sommerse che pullulano di vita marina, abbiamo aree marine protette, abbiamo siti archeologici sommersi, in altre parole abbiamo un mare vivo.
Proteggiamolo!
Dopo tante foto di rito scattate in allegria e con tanto divertimento è stata una bellissima giornata, un’immersione diversa dal solito, nella quale tutti insieme abbiamo anteposto come priorità il mare.