La genetica è una disciplina d’avanguardia nel panorama scientifico attuale, una disciplina con proprie regole e metodologie che tuttavia s’intreccia indissolubilmente a tutti i rami della scienza dalla medicina alla biologia, dall’ecologia alle scienze naturali per spingersi fino a temi un tempo impensabili come l’archeologia, i prodotti alimentari, la pittura o la medicina forense tanto per citare alcuni dei tanti esempi possibili.
Con simili presupposti non deve stupire, tra i temi che saranno dibattuti sui palchi di Eudi Show 2016, di una presentazione dal titolo “La genetica per il benessere in immersione e nella vita: le indagini per personalizzare il profilo di immersione e conoscere la predisposizione a diverse malattie” a cura del dott. Pasquale Longobardi, nome ben noto ai subacquei per essere direttore sanitario del Centro Iperbarico Ravenna nonché ricercatore affiliato dell’Istituto Scienze della Vita, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Spiegare in poche parole il tema che sarà trattato non è certo facile, ma come racconterà con dovizia di particolari il dott. Longobardi tutto parte dal monossido d’azoto, un ormone ringiovanente che lubrifica le pareti dei vasi sanguigni e che alcune persone non producono o non producono in quantità sufficiente. Questa sostanza viene oggi indagata presso il Centro Iperbarico Ravenna per capire quale sia l’effetto dell’ossigeno iperbarico su questo processo che risulta fondamentale per la protezione dell’endotelio, la superficie interna dei fasi sanguigni. Ed è qui che entra in campo la genetica perché i ricercatori vanno a indagare il cromosoma 7q36, quello che codifica il monossido di azoto, concentrandosi in particolare su una variazione genetica chiamata 894 t/t T/T (timina/timina) che determina appunto un’alterazione nella fabbricazione del monossido di azoto, una faccenda non da poco se si pensa che è la stessa che causa malattie delle arterie coronariche, ipertensione, infarto miocardico silente (NSTEMI), tumori al colon, alla mammella, alla vescica, alla testa, al collo, alla prostata.
Complicato? Più a dirsi che a farsi perché, come racconterà il dott. Longobardi, è sufficiente un campione di sangue per avere la propria mappa genetica e l’analisi del monossido d’azoto. Per saperne di più, basta avere un po’ di pazienza e trovarsi puntuali alla sua presentazione che si terrà sul palco OCEANO il venerdì 4 marzo alle 12.00. Vi aspettiamo numerosi, nel vostro interesse.