Perché balene e delfini sono soggetti ad arenarsi sempre con maggiore frequenza?
Risponde l’esperto Massimo Boyer, biologo
I quotidiani riportano tutti gli anni mediamente 2000 casi di spiaggiamento di cetacei all’anno, in prevalenza delfini, globicefali, capodogli. Le cause possono essere molte, andiamo con ordine.
Ci possono anche essere cause naturali: il fenomeno infatti era già noto nei secoli passati. Fattori meteo, debolezza, vecchiaia, errori durante gli spostamenti o la caccia, possono portare questi animali a spingersi in acque troppo basse da cui non sanno tornare indietro. Alcuni scienziati hanno ipotizzato che le variazioni del campo magnetico terrestre che accompagnano i terremoti possano causare disorientamento in animali che abitualmente usano la sensibilità ai campi magnetici terrestri per orientarsi.
In tempi moderni è dimostrato che i sonar, producendo suoni fortissimi a bassa frequenza, possono causare disorientamento e lesioni interne nei cetacei. Questi animali sono molto sensibili ai suoni a bassa frequenza, che loro stessi utilizzano per localizzare la preda. Pare che le onde sonore del sonar, fortissime e improvvise, possano causare emorragie interne, lacerare i tessuti dell’orecchio, addirittura indurre una specie di malattia da decompressione. Quest’ultima potrebbe essere dovuta al fatto che gli animali, terrorizzati dal sonar durante un immersione profonda, risalgono troppo velocemente.
Qualcuno punta l’indice in generale contro l’inquinamento, sostanze chimiche che potrebbero causare malattie e alterazioni del sistema di geolocalizzazione. Comunque sia, in molti casi sembra che suoni forti e improvvisi prodotti da attivita umane possano interferire pesantemente con l’orientamento dei cetacei fino a produrre reazioni di panico incontrollato e fuga.