La Patologia Da Decompressione: che cos’è e come viene trattata?
Del Dott. E.D. Thalmann, con note di Renee Duncan e di Joel Dovenbarger
La Patologia Da Decompressione, o PDD, è un termine utilizzato per descrivere quella malattia derivante da una riduzione della pressione nell’ambiente che circonda l’organismo. Un ottimo esempio è fornito da ciò che accade al vostro corpo, quando riemergete dopo un’immersione.
La PDD comprende due patologie, la malattia da decompressione (MDD) e l’embolia gassosa arteriosa (EGA). Si ritiene che la MDD derivi dalle bolle che si formano nei tessuti e che causano danni locali, mentre l’EGA deriva dall’ingresso di bolle nella circolazione polmonare, bolle che sono successivamente trasportate attraverso le arterie e che causano danni tissutali a distanza, ostruendo il flusso sanguigno a livello dei vasi più piccoli.
Chi Va Incontro alla PDD?
La patologia da decompressione riguarda i subacquei, gli aviatori, gli astronauti e coloro che lavorano con l’aria compressa. Negli Stati Uniti, essa si manifesta in circa 1.000 subacquei l’anno. Inoltre, la PDD colpisce a caso. Il principale fattore di rischio per la PDD è una riduzione della pressione ambiente, ma ci sono altri fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di andare incontro alla PDD. Per la MDD, i fattori di rischio conosciuti sono le immersioni profonde/prolungate, l’acqua fredda, gli sforzi effettuati in profondità e le risalite veloci.
Le risalite veloci sono strettamente collegate al rischio di EGA. Altri fattori che si ritiene possano incrementare il rischio di PDD, ma per i quali non vi sono ancora prove conclusive, sono l’obesità, la disidratazione, gli sforzi effettuati subito dopo l’immersione e la presenza di patologie polmonari. Inoltre, sembrano esserci diversi fattori di rischio individuali che non sono stati ancora ben identificati. Questo è il motivo per il quale alcuni subacquei sembrano soffrire di PDD più frequentemente rispetto ad altri, anche se hanno seguito lo stesso profilo d’’immersione.
Poiché la PDD è un evento casuale, quasi tutti i profili d’immersione potrebbero provocare una PDD, a prescindere da quanto possano apparire sicuri. Il motivo è che i fattori di rischio, sia quelli riconosciuti, sia quelli ancora non ben noti, possono influenzare la probabilità di comparsa di PDD in molteplici modi. A causa di ciò, la valutazione medica di un subacqueo per verificare la possibile presenza di una patologia da decompressione deve essere effettuata caso per caso, valutando i segni ed i sintomi lamentati dal subacqueo e non basandosi solo sul profilo dell’immersione.
La Malattia da Decompressione
La Malattia da Decompressione (MDD, detta anche bends o malattia dei cassoni) è il risultato di un’inadeguata decompressione in seguito all’esposizione ad un aumento di pressione. In alcuni casi, l’affezione è di grado lieve e non rappresenta una minaccia immediata. In altri casi, invece, possono comparire lesioni gravi; quando questo accade, più rapidamente si inizia il trattamento, maggiori saranno le probabilità di un recupero completo.
Durante l’immersione, i tessuti del corpo assorbono azoto dalla miscela respiratoria in misura proporzionale rispetto alla pressione circostante. Finché il subacqueo rimane a quella pressione, l’azoto non dà problemi. Se la pressione si riduce troppo rapidamente, tuttavia, l’azoto non rimane in soluzione e forma bolle nei tessuti e nella circolazione sanguigna. Questo comunemente si verifica in conseguenza della violazione o dell’eccessivo avvicinamento ai limiti concessi dalle tabelle di immersione, ma può accadere pur avendo seguito le linee guida di riferimento.
Le bolle che si formano all’interno o in prossimità delle articolazioni, sono la probabile causa del dolore dovuto ad una “bends” classica.
Quando si formano elevati livelli di bolle, nell’organismo possono innescarsi reazioni complesse, solitamente a carico del midollo spinale o del cervello. Come risultato, si possono verificare intorpidimento, paralisi e disturbi delle funzioni cerebrali superiori. Se si saltano consistenti fasi della decompressione ed un gran numero di bolle entra nella circolazione sanguigna venosa, possono verificarsi sintomi congestizi a livello polmonare e shock circolatorio.
Sintomi di MDD
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Affaticamento insolito
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Prurito cutaneo
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Dolore alle articolazioni e/o ai muscoli di braccia, gambe e torace
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Intontimento, vertigini, acufeni (ronzii alle orecchie)
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Intorpidimento, formicolio e paralisi
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Difficoltà respiratorie
Segni di MDD
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Eruzioni cutanee
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Paralisi, debolezza muscolare
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Disturbi della minzione (difficoltà ad urinare)
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Confusione, alterazioni della personalità, comportamento bizzarro
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Amnesia, tremori
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Difficoltà di deambulazione
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Espettorato schiumoso e sanguinolento
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Collasso o perdita di coscienza
Nota: I segni ed i sintomi solitamente compaiono in un intervallo di tempo che va dai 15 minuti alle 12 ore dopo l’emersione; ma, nei casi gravi, i sintomi possono comparire prima dell’emersione o immediatamente dopo. Raramente i sintomi compaiono più tardivamente, ma questo può accadere, soprattutto in seguito ad un volo aereo dopo l’immersione.
La negazione ed il riconoscimento
Le manifestazioni più comuni della MDD sono il dolore alle articolazioni e l’intorpidimento o il formicolio. Dopo di questi, i sintomi più comuni sono rappresentati dalla debolezza muscolare e dall’incapacità di urinare. Una MDD di grado severo è facile da identificare perché i segni ed i sintomi sono evidenti. Tuttavia, la maggior parte delle MDD si manifesta in modo subdolo, con dolore articolare lieve o con parestesie (una sensazione anomala come sentire bruciore, formicolio o intorpidimento) ad un’estremità.
In molti casi questi sintomi vengono attribuiti ad un’altra causa quale uno stiramento muscolare, un eccessivo affaticamento o persino alla muta stretta. Ciò determina un ritardo nella richiesta di assistenza e questo è il motivo per il quale spesso si osserva che i primi sintomi di MDD non sono riconosciuti come tali. A volte questi sintomi rimangono lievi e scompaiono da soli, ma molte volte aumentano in intensità fino a che non diventa evidente che c’è qualcosa che non va e che si ha bisogno di assistenza.
Cosa succede se non ci si sottopone ad un trattamento?
Nella MDD di grado severo possono rimanere danni permanenti: ad esempio disfunzioni urinarie, sessuali o debolezza muscolare, tanto per citarne solo alcune.
In alcuni casi di MDD di tipo neurologico si possono verificare danni permanenti del midollo spinale, danni che possono o non provocare dei sintomi. Tuttavia, questo tipo di danni può ridurre le probabilità di un completo recupero in seguito ad un successivo episodio di MDD.
I dolori persistenti alle articolazioni non trattati si pensa possano causare piccole zone di danni ossei chiamate osteonecrosi. Di solito, questi non provocheranno sintomi, salvo che si siano verificati diversi episodi di MDD non trattata. Tuttavia, se ciò accade, si possono presentare abbastanza danni da provocare una fragilità ossea, blocchi articolari o artrite.
La Prevenzione della MDD
I subacquei ricreativi dovrebbero immergersi in modo conservativo, sia che utilizzino le tabelle che i computer subacquei. Per fare i calcoli, spesso i subacquei esperti adottano sulla tabella una profondità (rispetto alla profondità realmente raggiunta) di 10 piedi (3 metri) superiore a quella richiesta dalla procedura standard. Questa prassi è molto consigliata per tutti i subacquei, in particolare quando ci s’immerge in acque fredde o quando si effettuano immersioni impegnative.
I subacquei che s’immergono con il computer dovrebbero essere prudenti nell’avvicinarsi ai limiti di non-decompressione, soprattutto quando ci s’immerge a profondità superiori ai 30 metri.
L’evitare i fattori di rischio descritti in precedenza (immersioni profonde/prolungate, sforzi in profondità o dopo l’immersione) farà diminuire la probabilità di comparsa di MDD. Anche l’esposizione ad altitudine o il volare troppo presto dopo l’immersione possono incrementare il rischio di MDD. Recentemente, il DAN ha pubblicato le linee guida per il volo dopo l’immersione.
L’Embolia Gassosa Arteriosa
Se un subacqueo riemerge senza espirare, l’aria bloccata nei polmoni durante la risalita si espande e può determinare la rottura del tessuto polmonare lesione denominata barotrauma polmonare così che le bolle di gas possono passare nella circolazione arteriosa.
Questa le distribuisce ai tessuti del corpo in proporzione al flusso sanguigno. Poiché il cervello riceve la maggior quantità di flusso sanguigno, esso diventa il principale organo bersaglio dove, se sono spinte nelle arterie più piccole, le bolle possono interrompere la circolazione.
Questa è l’embolia arteriosa gassosa, o EGA, che è considerata la forma più grave di PDD. In alcuni casi il subacqueo può fare una risalita in preda al panico, o può trattenere il respiro durante la risalita. Tuttavia, l’EGA può presentarsi anche se si effettua una risalita del tutto normale, ed una patologia polmonare quale la bronchite cronica ostruttiva può far aumentare il rischio di EGA.
Il quadro clinico più grave dell’embolia gassosa è rappresentato dal subacqueo che riemerge in stato d’incoscienza e che rimane tale, o dal subacqueo che perde conoscenza nei 10 minuti successivi alla riemersione. In questi casi, si presenta una vera e propria emergenza medica e diventa prioritario l’immediato trasporto verso un centro medico attrezzato.
D’altra parte, l’embolia gassosa può causare sintomi di disfunzione neurologica meno evidenti, come le sensazioni di formicolio o d’intorpidimento, di debolezza senza paralisi manifesta, o presenza di difficoltà mentali senza palesi segni di confusione in individui che sono coscienti e facilmente risvegliabili. In questi casi, si ha il tempo per poter eseguire una valutazione più completa presso un medico esperto in medicina subacquea, in modo da poter escludere eventuali altre cause della sintomatologia.
Così come per la MDD, i sintomi lievi possono non essere attribuiti allo svolgimento dell’attività subacquea, facendo ritardare l’adeguato trattamento. A volte i sintomi possono risolversi spontaneamente ed il subacqueo non si sottoporrà al trattamento. Le conseguenze di ciò sono simili a quelle della MDD non trattata: possono presentarsi danni cerebrali residui, rendendo così più probabile la presenza di sintomi residui in seguito ad una successiva esposizione all’EGA, anche qualora questa seconda esposizione venga opportunamente trattata.
I Sintomi dell’EGA
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Vertigini
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Visione offuscata
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Aree con sensibilità ridotta
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Dolore al torace
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Disorientamento
I Segni di EGA
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Sanguinamento dalla bocca o dal naso
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Paralisi o debolezza
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Convulsioni
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Stato di incoscienza
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Arresto respiratorio
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Morte
Attualmente, l’embolia cerebrale è responsabile di circa il 10 per cento di tutti i casi di PDD annuali. Tuttavia, l’EGA si è significativamente ridotta nel corso dell’ultima decade, passando dal 18 per cento dei casi alla fine degli anni ?80 ed all’inizio degli anni ?90 a percentuali più basse. Nel 1997, questa percentuale era scesa al 7-8 per cento.
Nel 2001, l’EGA era ancora presente per il 7-8 per cento, ma nel 2002 era scesa al 6.6 per cento del totale dei casi di PDD. Si è ipotizzato che uno dei motivi di questo calo sia stato l’avvento dei computer subacquei, che aiutano a controllare la velocità di risalita, ricordando ai subacquei di risalire lentamente.
La Prevenzione dell’EGA
Rilassatevi e respirate sempre normalmente durante la risalita. Le patologie polmonari quali asma, infezioni, cisti, tumori, tessuti cicatriziali post-chirurgici o patologie ostruttive polmonari possono predisporre un subacqueo alla comparsa dell’embolia gassosa.
Se soffrite di una qualsiasi di queste affezioni, è necessario sottoporsi ad una visita medica effettuata da uno specialista in medicina subacquea.
Trattamento Chiamate il DAN!
Il trattamento della PDD consiste nella ricompressione terapeutica. In ogni caso, il trattamento precoce della malattia da decompressione e dell’embolia gassosa arteriosa è lo stesso. Sebbene un subacqueo con MDD severa o con un’embolia gassosa richieda come trattamento definitivo una ricompressione urgente, è essenziale che il paziente venga stabilizzato presso la struttura medica più vicina prima del trasporto alla camera iperbarica.
Il pronto soccorso precoce con ossigeno è molto importante e può ridurre i sintomi in modo sostanziale, ma questo non dovrebbe determinare cambiamenti nel programma di trattamento. Dopo l’iniziale somministrazione di ossigeno, i sintomi dell’embolia gassosa e della malattia da decompressione severa spesso scompaiono, ma possono riapparire successivamente. Per questo motivo, contattate sempre il DAN o uno specialista in medicina subacquea in caso di sospetta PDD, anche se i segni ed i sintomi sembrano essersi risolti.
Il trattamento consiste nella ricompressione in profondità, solitamente a 18 metri, e nella respirazione di elevate concentrazioni d’ossigeno ad una pressione parziale d’ossigeno compresa tra 2.8 e 3.0 ata (atmosfere). Il ritardo nella richiesta di trattamento comporta un elevato rischio di sintomi residui; col tempo, danni inizialmente reversibili possono diventare permanenti. Dopo un ritardo di 24 ore o più, il trattamento può diventare inefficace ed i sintomi possono non rispondere al trattamento. Tuttavia, anche se vi è stato un ritardo, consultate uno specialista in medicina subacquea prima di trarre qualsiasi conclusione circa la possibile efficacia del trattamento.
Dopo un trattamento, in alcuni casi, possono rimanere sintomi residui. L’indolenzimento all’interno e nei paraggi di un’articolazione che sia stata interessata dalla MDD è alquanto comune e solitamente si risolve nell’arco di alcune ore. Se la PDD è stata di grado severo, può essere presente una significativa disfunzione neurologica residua, anche dopo il trattamento più aggressivo. In questi casi, possono essere messi in atto trattamenti successivi, associati alla fisioterapia. Le buone notizie sono che, qualora il trattamento sia messo in atto prontamente, di norma il risultato è la risoluzione completa di tutti i sintomi.
Il trattamento del subacqueo con Patologia Da Decompressione.
I. Determinare L’Urgenza Della Lesione
Eseguite una valutazione iniziale sul luogo dell’immersione. Sospettate la presenza di una patologia da decompressione se uno qualsiasi dei segni o dei sintomi precedentemente descritti si presenta nelle 24 ore successive alla riemersione dall’immersione. Lo stato iniziale del subacqueo infortunato determinerà l’ordine e l’urgenza delle azioni da intraprendere. Sulla base di una classificazione utilizzata dalla U.S. Navy, il subacqueo può essere inserito in una delle tre seguenti categorie:
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emergenza
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urgenza
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non urgenza
Categoria A – Casi di PDD d’Emergenza
I sintomi sono gravi e compaiono rapidamente, all’incirca entro un’ora dalla riemersione. Può presentarsi stato d’incoscienza. I sintomi possono aggravarsi ed il subacqueo è chiaramente sofferente. Il subacqueo può avere violente vertigini, avere difficoltà respiratorie o presentare gravi alterazioni dello stato di coscienza. Si osservano evidenti lesioni neurologiche come alterazioni dello stato di coscienza, anormalità della deambulazione o profonda astenia.
Questi subacquei sono ovviamente molto gravi e ci si trova di fronte ad una vera e propria emergenza medica. Se necessario (per esempio, se il subacqueo non è cosciente), iniziate la RCP e preparatevi a far evacuare immediatamente il subacqueo. Controllate che le vie aeree siano libere. Se è necessaria la respirazione assistita o la rianimazione cardiaca, il subacqueo infortunato deve essere sistemato in posizione supina (sulla schiena). In questa posizione, tuttavia, il vomito può essere estremamente pericoloso; se esso sopravviene, posizionate rapidamente il subacqueo su di un fianco fino a che le vie aeree non siano di nuovo libere e si possa riprendere la rianimazione nella posizione supina.
Se disponibile, somministrate ossigeno supplementare mentre si esegue la respirazione assistita per incrementare la percentuale di ossigeno ricevuta dal subacqueo infortunato. Anche se la RCP è messa in atto con successo ed il subacqueo ritorna cosciente, è necessario continuare a fornire ossigeno al 100 per cento fino a che il subacqueo non giunga presso un centro medico.
Se E’ Disponibile Personale Medico Addestrato……
…. In questo caso dovrebbe essere somministrata un’infusione endovenosa (ev) che contenga liquidi isotonici senza destrosio. Un’infusione veloce iniziale di 1 litro in 30 minuti dovrebbe cominciare a correggere la disidratazione ed a ridurre l’emo-concentrazione. Fatto questo, la velocità di somministrazione dovrebbe essere ridotta ad un flusso di mantenimento di 100-175 cc/ora.
Possono essere necessari boli supplementari di 1 litro per correggere ulteriormente la disidratazione e mantenere un’adeguata pressione sanguigna, ma questi dovrebbero essere somministrati soltanto da personale medico addestrato, capace di valutare la necessità di ulteriori liquidi e le sue possibili complicazioni. Queste potrebbero includere problemi di sovraccarico di liquidi e disturbi di ritenzione urinaria in quei subacquei con disfunzioni della vescica dovute alla malattia da decompressione a carico del midollo spinale. Se è disponibile personale addestrato, dovrebbe essere inserito un catetere urinario in tutti i subacquei in stato d’incoscienza ed in coloro che non sono in grado di urinare.
Chiamate il DAN
Dopo aver stabilizzato il paziente ed aver organizzato il trasporto, contattate il DAN per ottenere indicazioni sull’ubicazione della camera iperbarica più vicina. I medici esperti del DAN possono contattare la camera iperbarica che riceverà il subacqueo per assistere nella diagnosi e, se necessario, nel trattamento. Chiamate anche se il subacqueo sembra migliorare con l’ossigeno. Mentre si attende per il trasporto, stendete un rapporto più dettagliato possibile e provate a valutare ed a registrare le condizioni neurologiche del subacqueo. Questo sarà importante per la struttura medica di ricezione. Se per il trasporto viene utilizzato un mezzo aereo, la pressione della cabina dovrebbe essere mantenuta vicino a quella del livello del mare e non superare i 244 metri d’altitudine, a meno che non venga compromessa la sicurezza del velivolo.
Posizionate il subacqueo su di un fianco in quella che è conosciuta come posizione laterale di sicurezza. Ciò vuol dire disporre l’infortunato steso su di un lato (solitamente il sinistro), con la testa sostenuta in estensione e la gamba che sta sopra piegata a livello del ginocchio. In questa posizione, se si presenta il vomito, la forza di gravità aiuterà a mantenere le vie respiratorie libere.
Categoria B – Casi Urgenti di PDD
In questi casi, l’unico sintomo evidente è il dolore severo che rimane invariato o che è peggiorato lentamente nel corso delle ultime ore. Il subacqueo, tranne che per il dolore, non sembra essere malato ed i segni ed i sintomi neurologici non sono evidenti senza un’anamnesi ed un esame accurati. Somministrate immediatamente al subacqueo infortunato ossigeno al 100 per cento e liquidi per via orale. Non tentate di trattare il dolore con gli analgesici finché non vi sia raccomandato dal personale medico. Continuate a fornire ossigeno fino all’arrivo presso la struttura medica per il trattamento.
Mettetevi in contatto con il DAN o con il centro medico più vicino per ottenere consigli sul tipo di trasporto necessario e su dove trasportare il subacqueo, anche se i sintomi migliorano o si sono ridotti grazie all’ossigeno.
Non in tutti i casi potrebbe rendersi necessario il trasporto d’emergenza per via aerea.
Mentre si attende l’evacuazione, stendete un rapporto più dettagliato possibile e provate a valutare ed a registrare le condizioni neurologiche del subacqueo. Questo sarà molto importante per la struttura medica di ricezione. Se per il trasporto viene utilizzato un mezzo aereo, la pressione della cabina dovrebbe essere mantenuta vicino a quella del livello del mare e non superare i 244 metri d’altitudine, a meno che non venga compromessa la sicurezza del velivolo.
Categoria C – Casi Non Urgenti di MDD
I sintomi non sono evidenti o sono progrediti lentamente nell’arco di diversi giorni. Solitamente i segni o i sintomi principali sono vaghe sensazioni di dolore o di sensibilità alterata; la diagnosi di MDD può essere dubbia. Stendete una relazione sull’immersione il più dettagliata possibile ed eseguite una valutazione neurologica. Quindi, chiamate il DAN o il centro medico più vicino per ottenere consigli, o recatevi presso l’ospedale più vicino, se si trova nei pressi, per un controllo.
II. Stendere un resoconto dell’immersione
Se possibile, per tutti i casi in cui si sospetta una MDD, cercate e documentate le seguenti informazioni:
? Descrivete tutte le immersioni effettuate nelle 48 ore precedenti l’infortunio: profondità/tempo, velocità di risalita, intervalli di superficie, miscele di gas utilizzate, problemi o sintomi lamentati in qualunque momento prima, durante o dopo l’immersione;
? Chiedete i tempi di comparsa dei sintomi e della loro progressione dopo che il subacqueo è riemerso dall’ultima immersione;
? Descrivete tutte le misure di pronto soccorso messe in atto a partire dalla comparsa delle lesioni (incluso le metodiche ed i tempi di somministrazione di ossigeno al 100 per cento) ed il loro effetto sulla sintomatologia;
? Registrate i risultati dell’esame neurologico effettuato sul campo (descritto di seguito);
? Descrivete tutti i dolori articolari o muscolo-scheletrici, includendo: posizione, intensità e cambiamenti con il movimento o con il sollevamento di oggetti;
? Prendete nota della descrizione e della distribuzione di tutte le eruzioni cutanee; e,
? Fornite una descrizione di tutte le lesioni traumatiche prima, durante o dopo l’immersione.
III. Comportamento in loco
Esame Neurologico
Le informazioni inerenti le condizioni neurologiche del subacqueo infortunato saranno utili al personale medico non soltanto per decidere il tipo di trattamento iniziale, ma anche per valutare l’efficacia del trattamento.
L’esame del sistema nervoso centrale del subacqueo infortunato subito dopo un incidente potrebbe fornire importanti informazioni al medico incaricato del trattamento. L’Esame Neurologico da Eseguire Sul Campo è facile da apprendere e può essere eseguito anche da persone che non hanno nessuna esperienza medica. Effettuate quanti più esami possibili, ma senza interferire con il trasporto presso il centro medico.
La descrizione di questo esame è disponibile sul sito Web del DAN ed è stata pubblicata anche sulla DAN Dive and Travel Medical Guide.
IV. Trasportare il subacqueo infortunato presso il centro mMedico più vicino e chiamare il DAN
Chiamate prima lo SME locale; quindi il DAN. A seconda della gravità della lesione (vedere le descrizioni precedenti), prendetevi immediatamente cura delle Vie Aeree, della Respirazione e della Circolazione del subacqueo e contattate lo SME locale. Dopo aver contattato lo SME, chiamate il DAN.
Chiamate la hotline di Emergenza del DAN – +39 06 4211 8685 – per poter comunicare con un esperto in medicina subacquea. Il personale medico del DAN per la gestione delle emergenze subacquee è disponibile 24 ore al giorno.
Quando Chiamate la Hotline Di Emergenza Del DAN:
1. Dite all’operatore che avete un’emergenza subacquea. L’operatore vi collegherà direttamente con il DAN o vi farà richiamare il più presto possibile.
2. Il membro dello staff del DAN può fornirvi immediatamente informazioni o richiamarvi dopo aver preso accordi con un medico locale o con il Coordinatore Regionale del DAN. I Coordinatori Regionali del DAN conoscono molto bene le camere iperbariche della propria zona e, poiché sono specializzati in medicina subacquea, possono fornirvi consigli circa il trattamento.
3. Il membro del personale del DAN o il Coordinatore Regionale potrebbe chiedervi di attendere al telefono, mentre lui/lei prende accordi. Queste operazioni potrebbero durare per 30 minuti o anche più, qualora sia necessario compiere numerose telefonate.
Questo ritardo non dovrebbe esporre il subacqueo a danni maggiori. Tuttavia, se vi è imminente pericolo di vita, organizzate immediatamente il trasporto del subacqueo presso il centro medico più vicino per la stabilizzazione e la valutazione immediata delle sue condizioni. A questo punto, chiamate il DAN al numero +39 06 4211 8685 per consulto o per assistenza.
Una veduta d’insieme
Quanto sopra ha cercato di fornire un’immagine esatta della PDD e delle sue conseguenze; tuttavia, non dovreste giungere alla conclusione che la subacquea ricreativa sia facilmente causa di incidenti. Infatti, la PDD è rara: i ricercatori stimano che vi siano tra i tre ed i quattro casi di incidenti subacquei segnalati ogni 10.000 immersioni – circa 1.000 casi l’anno. Inoltre, la stragrande maggioranza dei casi di PDD è lieve ed il trattamento porta alla completa risoluzione dei sintomi senza nessun impatto sulle attività subacquee future.
Come capita in qualsiasi altro sport, anche nella subacquea possono sopraggiungere infortuni e sapere come riconoscere la PDD vi assicurerà che, nell’improbabile eventualità che essa si presenti, il risultato sarà quasi sempre favorevole. Il DAN è disponibile 24 ore al giorno per assistere nell’ottenere il trattamento per tutti gli incidenti subacquei ed ha accesso ai maggiori esperti del mondo nella diagnosi e nel trattamento della PDD. Non molti altri sport possono vantare lo stesso tipo di supporto immediato.
In ogni caso, il DAN non riposa sugli allori. Continuiamo a cercare tutte le vie per ridurre ulteriormente il numero degli incidenti subacquei. Il Diving Safety Laboratory (DSL) è uno studio appositamente progettato per raggiungere quest’obiettivo. Questo studio addestra gli osservatori a riconoscere la PDD, ed essi raccolgono i dati dei profili d’immersione e forniscono informazioni sugli aspetti comportamentali e sullo stato di salute. L’obiettivo principale del DSL è quello di creare un database delle immersioni ricreative che servirà come fonte di ricerca per la sicurezza subacquea. Per maggiori informazioni sul DSL, visitate il sito www.daneurope.org
Ritornare ad Immergersi dopo una PDD
La U.S. Navy ha stabilito delle regole per poter tornare ad immergersi dopo il trattamento. Per le PDD che causano solo dolore senza sintomi neurologici, i subacquei possono tornare ad immergersi tra i due ed i sette giorni dopo il trattamento, a seconda della tabella di trattamento messa in atto.
Se vi sono sintomi neurologici, il subacqueo può riprendere l’attività subacquea tra le due e le quattro settimane dopo il trattamento, a seconda della severità della sintomatologia. Per i sintomi molto gravi, il subacqueo deve sottoporsi ad una rivalutazione medica tre mesi dopo il trattamento ed essere esaminato da un Ufficiale specializzato in Medicina Subacquea.
Le linee guida della U.S. Navy sono state stilate per i professionisti, per i quali il tempo di sospensione dall’attività deve essere minimizzato, in modo da non compromettere la finalità delle operazioni.
Linee Guida Per i Subacquei Ricreativi
Per i subacquei ricreativi, per i quali la subacquea non rappresenta un mezzo di sostentamento, si deve considerare un approccio più conservativo, per minimizzare ulteriormente la probabilità che si vada incontro ad un nuovo incidente.
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Dopo una PDD che si è presentata solo con il dolore senza sintomi neurologici, si raccomanda un tempo di attesa di almeno due settimane senza fare immersioni.
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Se ci sono stati sintomi neurologici lievi, si consigliano sei settimane senza immersioni.
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Se ci sono sintomi neurologici severi o dei sintomi residui, si consiglia di non immergersi più. Anche se i sintomi non fossero stati severi e si fossero risolti completamente, un subacqueo che abbia avuto diversi episodi di PDD deve attenersi a speciali precauzioni. Se le PDD sono comparse laddove altri subacquei che hanno seguito lo stesso profilo di immersione non hanno presentato alcuna sintomatologia, il subacqueo può avere un’aumentata predisposizione alla PDD. In questi casi è necessario consultare un Medico specialista in Medicina Subacquea per determinare se l’attività subacquea possa di nuovo essere intrapresa in sicurezza.
Ricordate, il vostro buono stato di salute deve durare finché ci sarete.
Da: Alert Diver, per gentile concessione di DAN Europe www.daneurope.org
E’ assolutamente vietata la riproduzione, anche parziale, del testo e delle foto presenti in questo articolo, senza il consenso dell’autore.
Ma sono esatti i valori di pressione parziale di Ossigeno quando si parla di trattamento del sub affetto da MDD in camera iperbarica : 2,8 – 3.0 ? Non sono troppo elevati?