Snorkeling, surf e foto.
Ultima settimana.
Le cose da fare sono tantissime: bisogna finire il lavoro fatto in questi sei mesi e presentarlo a una conferenza internazionale mentre si tenta di fornire dati e protocolli al mio “sostituto” appena sbarcato e, soprattutto, bisogna cominciare a capire dove sono finite tutte le cose che devono tornare in Italia con me. Fidatevi, dopo sei mesi le cose sono tante e disperse per tutta la stanza.
Sono tutte cose molto importanti, se non fosse che il tempo è stupendo e quindi, simposio internazionale o meno, non esiste l’ipotesi di stare lontano dal mare. Prima di spedire l’attrezzatura c’è tempo per un ultimo sguardo ai fondali: solo snorkeling perché il tempo libero è davvero poco, ma la mattinata non delude.
Finalmente vedo il mio primo serpente di mare: sinuoso, a strisce bianche e nere e con lo sguardo molto infastidito dalla mia presenza. Devo dire che mi metteva un po’ di ansia l’idea di avvicinarmi per fargli una foto: mi sono accontentata di vederlo mentre, irritato, usciva dalle rocce e mi “voltava le spalle” dopo avermi guardato male.
In più, nonostante sia solo snorkeling e la mia apnea non sia delle migliori, qualche piccolo nudibranco si trova comunque intorno ai 4 metri. Per me quindi ne vale senza dubbio la pena.
Di foto ne ho fatte tante anche stavolta, ma devo ammettere che macchina fotografica e snorkeling non vanno troppo d’accordo. Magari sono io che devo migliorare l’apnea, ma di sicuro inseguire i pesci senza bombola sulle spalle non è facile.
Alla fine il week end passa e l’attrezzatura sub prende il volo verso casa. Tranne macchina fotografica e scafandro: sono disposta a giocare a tetris col bagaglio a mano piuttosto che lasciarle in stiva.
A questo punto, rifiutandomi di fare la valigia convinta di avere tutto il tempo del mondo, ci si concentra sul simposio: slide da organizzare e presentazioni in inglese da provare. Il giorno di fuoco è mercoledì, giovedì si salutano tutti e si sentono gli ultimi interventi e venerdì si parte.
Devo dire che sono sopravvissuta bene a mercoledì: non sono caduta dai tacchi mentre salivo sul palco e non m sono dimenticata quello che dovevo dire. Molte bene direi. Una volta capito che ero viva, mi chiedono se giovedì ho voglia di riprovare a fare surf. La voglia c’è, il problema è il tempo. Le conferenze obbligatorie iniziano alle 9 di mattina fino al pomeriggio: dove lo trovo il tempo per andare in spiaggia? Ma come risponde il mio istruttore la soluzione è facile: sveglia alle 4, alle 5 siamo alla spiaggia “giusta” e dopo un paio di onde (lo ammetto non sono una campionessa nel surf) abbiamo giusto il tempo di tornare ai dormitori, cambiare il bikini con una camicia e poi di corsa al simposio.
Tutto fattibile.
Direi che è il momento di affrontare la preparazione della valigia.
Spero ci stia tutto senza superare il peso, altrimenti il prossimo pezzo del blog lo scriverò dalla dogana dell’aeroporto impossibilitata a tornare a casa.
Sveglia alle 4 per fare surf… mio dio XD