Riceviamo da un familiare e pubblichiamo integralmente il seguente comunicato.
Chi volesse dare il proprio aiuto economico per le ricerche dei dispersi trova in fondo gli estremi del conto bancario. Se avete delle idee che ritenete utili per la ricerca, intervenite sul blog.
Tre turisti italiani e una turista belga risultano dispersi da sabato 15 agosto nel mare del Borneo, in Indonesia, dove effettuavano un’immersione subacquea. I ragazzi italiani tutti muniti di brevetto sono Michela Caresani (33), Alberto Mastrogiuseppe (36), Daniele Buresta (36) e la turista belga Vana Chris Vanpuyevelde (29), con brevetto da rescue diver.
I quattro ragazzi nel primo pomeriggio, si sono immersi nell’isola di Sangalaki, nel punto di immersione dove è possibile vedere le Mante (“Manta Run”).
La vicenda presenta alcuni lati oscuri, e al momento le famiglie non sono in possesso delle dichiarazioni ufficiali dell’unico testimone dell’accaduto, la guida Oslan. La guida che ha accompagnato i quattro ragazzi nell’immersione infatti è stata ritrovata in mare, aggrappata alla salsiccia di segnalazione, ed è stata tratta in salvo da un collega di un altro scuba diving dell’isola di Derawan. Oslan ha dichiarato a un giornale locale di essere risalito con i ragazzi dopo 45 minuti di immersione, intorno alle 15, e di non aver visto la barca che avrebbe dovuto recuperarli. Dice di aver aspettato un’ora insieme ai ragazzi in acqua e in seguito di averli lasciati soli, ma nessuna guida dovrebbe lasciare il suo gruppo e i ragazzi lo sapevano. Inoltre dice di aver dato loro il suo gav e le sue bombole, di aver tenuto con se la salsiccia di segnalazione per andare a cercare aiuto e ci sembra logico ritenere che si sia liberato dei pesi; di tutto ciò non è stato trovato nulla, nonostante le indagini condotte dai sommozzatori. Ha dichiarato di aver nuotato per due ore prima di essere recuperato, ma è stato tratto in salvo intorno alle 17.00, quindi gli orari non coincidono (o non è stato un’ora coi ragazzi oppure non ha nuotato per due ore). Queste dichiarazioni contraddittorie ci fanno pensare che la guida menta, dichiara inoltre di aver perso l’orologio subacqueo, l’unico oggetto che avrebbe potuto ricostruire la dinamica dell’immersione.
Sono state perlustrate ampie zone di mare, con barche, aerei, elicotteri e sub che hanno perlustrato il fondale d’immersione ma non è stato ritrovato nulla, nessun elemento.
Le ricerche da parte delle autorità indonesiane si sono protratte fino al 25 agosto 2015. Da subito i famigliari hanno affiancato anche mezzi privati per una maggiore efficacia e velocità nella ricerca.
I famigliari ritengono che i ragazzi possano essere ancora ritrovati. Al momento non abbiamo nessuna prova che non ce l’abbiano fatta. Ci sono molte aree, non ancora perlustrate, in cui le correnti potrebbero aver trasportato i ragazzi. L’utilizzo di mezzi privati rappresenta un costo molto ingente, per questo è stato aperto un conto corrente, dalla Banca Generali (dove lavora Alberto) per chi volesse contribuire e aiutare nelle ricerche. c/c CONTO RACCOLTA FONDI ALBERTO MASTROGIUSEPPE (Coordinate IBAN IT 35 J 03075 02200 CC 8500000057. Il codice per i bonifici dall’estero è BIC/SWIFT: BGENIT2T).
Inoltre le famiglie offrono una ricompensa di 20.000 dollari per chi fornirà informazioni utili alle ricerche dei tre italiani dispersi.
Salve, sono un istruttore ed appassionato subacqueo, ho fatto immersioni in molte zone del sud-est asiatico e mi sono fatto una mia idea dell’accaduto. In quelle zone le correnti sono molto forti e si moltiplicano durante le fasi delle maree, è essenziale rimanere vicini a pareti e reef per evitare di venire trasportati lontanissimi dal punto d’immersione. Da quanto racconta la guida desumo che si sia fatta una immersione più profonda dei limiti del brevetto ecco perché sembra plausibile che la guida abbia voluto buttare via il computer. Il racconto è inverosimile anche perché non è credibile che la guida abbia lasciato gav e bombola con i ragazzi, non ha senso e non se ne vedono le ragioni. Secondo me la guida ha smarrito il gruppo, è risalito ed ha lasciato l’atttrezzatura affondare per inventarsi la storiella. Purtroppo i ragazzi credo che ormai siano deceduti per mancanza di acqua potabile già dopo pochi giorni e le correnti li abbiano spinti lontanissimo. Saranno risaliti in superficie, quindi prima o poi verranno ritrovati ma in uno stato terribile, soprattutto a causa di pesci ed uccelli. Mi dispiace