La notizia non è freschissima, l’avvistamento risale al 2012.
Ma la letteratura scientifica ha tempi lunghi e così è uscito in questi giorni l’articolo che ufficialmente informa la comunità scientifica internazionale dell’avvistamento di un pesce chirurgo che nuotava tranquillo nelle acque di Porto Azzurro, isola d’Elba. Il punto di immersione è noto come i picchi di Pablo.
Racconto la storia, a beneficio di chi se la fosse persa: luglio 2012, al termine di un’immersione fotografica condotta da Biodivers, mentre aspetto il mio compagno di immersione Steven Weinberg, impegnato con un Apogon poco collaborativo, distrattamente osservo un gruppetto di saraghi che mi sfila davanti… Un momento: tra i saraghi c’è un intruso, intruso due volte perché oltre a non essere sarago non dovrebbe nemmeno essere lì.
Riesco a scattare per tre volte con un soggetto molto mobile e un poco spaventato dalla mia attenzione, e anche se non sono foto da concorso rimangono a testimoniare la presenza nelle acque elbane di un Acanthrus chirurgus, un pesce chirurgo, tropicale, tipico della zone dei Caraibi ma diffuso anche sul versante occidentale dell’Atlantico, lungo le coste Africane.
Mai era stato segnalato in Mediterraneo, e una prima segnalazione così lontano da Gibilterra fa pensare al rilascio da parte di un acquariofilo, anche se non è da escludere del tutto l’arrivo di una larva fuori rotta, magari trasportata dalle navi.
La fotografia diventa testimonianza del cambiamento climatico in corso, che permette a sempre più specie di origine tropicale di trovare uno spazio nel mare Mediterraneo. E diventa strumento per gli scienziati. Come è tra gli scopi dichiarati del tour un mare di fotografie, supportato da Tribord e giunto nel 2015 alla sua quarta edizione (quella del 2012 era la prima).
Un ultima nota: a distanza di 4 anni che è stato del pesce chirurgo? Gli amici Chiara e Piergiacomo, co-autori dell’articolo scientifico e gestori di Biodivers, lo hanno rivisto più volte sempre nello stesso sito, e sempre in compagnia dei saraghi. Pur avendo diete diverse, carnivori i saraghi, erbivoro il chirurgo, questo, trovandosi da solo, si era evidentemente associato con i pesci che per forma e colorazione erano i più simili a lui. Questo fino al mese di novembre 2012, dopodiché se ne sono perse le tracce. L’ipotesi più probabile è che non abbia superato i rigori dell’inverno toscano, anche se preferiamo pensare che abbia cambiato posizione, alla ricerca di alghe saporite, e continui a spiare il va e vieni dei sub dal suo nuovo nascondiglio.
Chi volesse approfondire può scaricare qui l’articolo scientifico, che vi racconta anche lo status di altri acanturidi avvistati in Mediterraneo, tutti clandestini.