Autore: F. Perin
Ma trent’anni fa come si andava sott’acqua?
Ricordi di un ‘vecchio’ sub.
“Non la si metteva giù così dura…” come ora.
Intanto non era essenziale il brevetto, e poi l’attrezzatura era molto più costosa di quanto non lo sia oggi, quindi i sub “non ricchi” lesinavano su tutto.
La muta, quella bella morbida c’era, ma c’era pure quella più economica…. un po’ più rigida, indossarla non era semplicissimo, specie col mare un po’ mosso. I movimenti, una volta che s’era riusciti ad entrarci, non erano poi così fluidi e naturali, ma tanto, una volta sott’acqua la pressione facilitava.
Del giubbotto compensatore se ne sentiva solo parlare, ma nessuno lo usava. Quindi era essenziale dosare la zavorra per essere in equilibrio sui tre, quattro metri, e poi regolarsi di conseguenza per restare in assetto neutro, utilizzando i polmoni e i movimenti corretti… mi ricordo in particolare un amico alla prima immersione: avendo un po’ esagerato con i pesi, non riusciva più a risalire da un fondale di venti metri. Lasciare giù i pesi? Nemmeno a pensarci… Allora lo aiutai: la prima spinta, puntando i piedi sul fondo, venne bene, ma le altre… spinto in su di qualche metro, andavo in giù d’altrettanto!!! Diciamo che la risalita non era sempre delle più agevoli…
L’immersione successiva, lo stesso amico era piuttosto positivo, poi finalmente trovò la zavorra giusta e tutto iniziò a filare liscio.
(Nota del subacqueo moderno: quando oggi impariamo ad usare il GAV, le stesse peripezie su e giù le facciamo anche noi… o no?…
Che dire del resto dell’attrezzatura.
Le pinne: quando le ho fatte vedere ad un sub di oggi questi s’è piegato in due dalle risate.
Il computer: beh allora non c’erano ancora i PC, figurarsi il computer stagno che elabora i dati della pressione del tempo e li confronta con le curve di decompressione. C’erano invece dei “marchingegni” meccanici, molto costosi e si sentiva dire… non troppo affidabili.
Avevamo l’orologio e il profondimetro. Quindi si programmava l’immersione, profondità e tempo, e con le tabelle si determinavano le soste di decompressione da fare in risalita. Inutile dire che la precisione non era proprio assoluta…
Quasi nessuno aveva il manometro per la pressione delle bombole, ma il rilevamento della pressione era per così dire “empirico”: quando la pressione scendeva sotto un certo valore, una valvola bloccava l’erogazione dell’aria, e quindi cercando di aspirare dall’erogatore… non arrivava più aria: ecco, quel “segnale” forte e chiaro significava che bisognava “tirare la riserva” Allora si tirava un’asta a lato della bombola che apriva la riserva, cioè apriva tale valvola. A questo punto si provava un gran sollievo, si faceva un bel respiro, e si dava il segnale di risalita al compagno.Il doppio erogatore: non tutti l’avevano, si stava (quasi sempre!) abbastanza vicini in immersione, nel caso l’erogatore si fosse bloccato si sperava di riuscire a “fare il narghilè”. Ma gli erogatori sono ed erano apparecchi così semplici che non s’inceppano mai…o quasi.
Ma quello che era diverso era soprattutto lo spirito della subacquea. Se chiediamo ad un sub oggi perché si immerge, ci risponderà quasi sempre per vedere, per esplorare, qualcuno per fotografare.
I sub di allora erano quasi tutti cacciatori: si scendeva con il fucile, lo dico oggi purtroppo con una certa vergogna… ma erano altri tempi, e la mentalità era molto diversa… Ma come apprezzavo il pesce appena catturato, cotto alla griglia, o gli spaghetti con il sugo del polpo!
A proposito di polpi, un episodio per redimermi almeno in parte: durante un’immersione nel Mediterraneo, in un fondale inclinato ghiaioso noto una sorta di muricciolo, perpendicolare alla pendenza, di qualche centimetro d’altezza e una decina di lunghezza. Incuriosito, m’avvicino e noto con stupore la tana di un polpo: la bestiola s’era costruita il riparo all’imbocco della sua tana con quel muricciolo, e coi tentacoli stava sistemando con cura il suo recinto… Beh, quel giorno ho deciso di rinunciare agli spaghetti col polpo…
Una cosa credo non sia cambiata d’allora, ed è il fascino del mondo sommerso, i suoi colori sgargianti, e le sue meravigliose forme di vita. Se dovessi immergermi ora non penserei certo al fucile ma solo ad ammirare un mondo tanto bello e tanto diverso.
Scritto da Franco… un "vecchio" sub
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