Parlare di sicurezza nella subacquea in generale non è una cosa semplice. Così come una tranquilla passeggiata in un semplice sentiero è profondamente diversa da una scalata a 4000 m, così i tipi, e quindi le difficoltà di un’immersione, possono essere molto diversi. Certo che il pericolo è sempre presente: qualche anno fa una famosa guida è purtroppo deceduta per una stupida caduta in una parete di addestramento per le scalate di soli 15 m! Così, quando andiamo sott’acqua occorre sempre prestare attenzione a quello che si fa; nonostante i nuovi limiti per le distanze di sicurezza dalla bandiera, che indica subacquei in immersione, certe volte alcune imbarcazioni passano veramente vicino al sito della nostra immersione: una pallonata da -10 m, che di per sé non è un problema molto serio, se avviene mentre una barca sta passando sopra di noi, si potrebbe tramutare in una vera tragedia.
Sicuramente per quanto riguarda la sicurezza, occorre distinguere immersioni con diretto o indiretto accesso alla superficie: premettendo che tutte le immersioni sono decompressive (anche quelle in curva: la velocità di risalita è parte integrante del modello decompressivo che stiamo seguendo), quelle che prevedono soste di decompressione devono essere considerate immersioni senza
accesso diretto alla superficie. Per un subacqueo poco preparato ritrovarsi vincolato da una rete, in un’immersione anche semplice su un relitto poco profondo, può essere una fonte di panico. Il panico è probabilmente una delle peggiori conseguenze a cui può portare un problema di per sé facilmente risolvibile ma che diventa drammatico per lo stato d’animo che non permette assolutamente di ragionare razionalmente.
Un possibile pericolo, nell’attività subacquea è sicuramente l’insorgenza di MDD (malattia da decompressione). Dato che questo problema, anche in caso di immersione condotta secondo tutte le regole, si può comunque presentare, occorre assolutamente abbandonare preconcetti secondo cui un subacqueo, che abbia riscontrato un problema di MDD, abbia fatto qualcosa di sbagliato azzardato. Per questo se al rientro di un’immersione accusiamo sintomi che possano far pensare a MDD dobbiamo farlo presente immediatamente: i sintomi di MDD sono progressivi e la situazione può solo peggiorare. E’ molto meglio sbagliare in direzione della sicurezza! Inoltre un tempestivo trattamento ad ossigeno porta quasi sempre notevoli miglioramenti se non la soluzione del problema.
Qui sotto sono riportati i principali sintomi di MDD.
Tipo I
– la pelle assume una colorazione rosso violacea a causa di bollicine sottocutanee
– prurito e irritazione della pelle
– spossatezza
– modifiche del comportamento quali indifferenza, irritabilità, estraniazione…
– dolore alle articolazioni come spalla e gomito, accompagnato anche da formicolii
Tipo II – coinvolgimento del Sistema Nervoso Centrale
Questi sintomi indicano rischio di vita dell’infortunato:
– grave affaticamento
– vertigini e disorientamento
– dolori muscolari
– convulsioni
– disturbi visivi e uditivi
– paralisi e torpore di alcuni arti
Il progresso tecnologico dell’ultimo decennio, relativo alle attrezzature per la subacquea e in particolar modo per il GAV (Giubbetto ad Assetto Variabile) e gli erogatori bilanciati ad alto flusso d’aria ha permesso l’avvicinamento a questo sport anche a persone che non hanno doti fisiche particolari. Il mito del “superman subacqueo” è cosi decaduto.
Inoltre il proliferare di molte didattiche con una forte impronta di marketing ha aumentato la conoscenza di questa attività in modo capillare, specialmente in quei luoghi di villeggiatura dove le condizioni ambientali sono particolarmente favorevoli. Spesso accade che il “rientro” alla normalità dei nostri mari o delle acque interne provochino un impatto sull’utente abbastanza negativo, andando così ad influenzare la sicurezza delle persone se non propriamente addestrate o con un’esperienza limitata
Indipendentemente dal luogo geografico e dal tipo di immersioni che andremo a svolgere, vi sono delle regole base che dovrebbero essere sempre rispettate per trarre il massimo divertimento da questo sport affascinante.
Autore: Marco Maggiolo