Cercate sul vocabolario tutti i possibili sinonimi per ricchezza, abbondanza, generosità e bellezza, poi metteteli bene in ordine alfabetico e avrete rappresentato solo il 10% dei pensieri e delle sensazioni che l’arcipelago di Komodo potrà offrirvi.
Questo è il primo pensiero che mi viene in mente ripensando alla magnifica esperienza da poco conclusa e che ancora riecheggia forte tra ricordi ed emozioni.
Seduti in barca, forse anche stanchi dal lungo viaggio, ma da subito io e i nostri corsisti ci si accorge di quanto magico sia questo luogo; un orizzonte orlato da questo dedalo di isole, un orizzonte che cambia ad ogni metro navigato, ad ogni minuto di luce che cambia, un orizzonte che non stanca mai.
E in fondo a questo orizzonte approdiamo a Sebayur, piccola isola proprio davanti all’immaginario confine del parco nazionale, piccola isola che per i prossimi giorni sarà la nostra casa e una delle sedi del nostro corso pratico di biologia marina tropicale…le altre sedi le andremo a vivere giorno dopo giorno, immersione dopo immersione.
Anche l’isola e il piccolo resort che ci ospitano mostrano da subito una personalità capace di stregarci: un silenzio e una pace che ci distaccano immediatamente dalla quotidianità cittadina, un contesto che immediatamente ci mette in relazione con gli snorkelisti, i subacquei e i viaggiatori che da ogni parte del mondo sono arrivati lì dove ora siam noi.
Il tempo di una doccia, di aprire e preparare attrezzi e materiali per le attività del giorno dopo ed ecco che ritorna prepotente quel magnifico e mutevole orizzonte, vestito dei colori del tramonto che lo rendono mozzafiato; e finito il tramonto un buio così buio che le stelle, quelle a sud dell’equatore che quasi non riconosciamo, ci sembrano a un soffio di distanza.
Con un inizio del genere le aspettative crescono velocemente, ma basta metter la testa in acqua il giorno dopo per capire che la realtà che ci aspetta e che si mostra a noi è ben più bella e ricca di quello che ci si aspettava!
Questo dedalo di isole che allo stesso tempo unisce e spera il Pacifico dall’Indiano, porta in se la ricchezza e dei due oceani, ricchezza che noi chiamiamo biodiversità e che qui si esprime rigogliosa da appena sotto il pelo dell’acqua.
L’attenzione e la bravura di chi ci accompagna permette a subacquei e snorkelisti di godere di ogni esperienza nel pieno relax, facendoci solo percepire quanto il panorama e lo stesso stare in acqua possano cambiare drasticamente al montare delle correnti.
Correnti che possono diventare tumultuose, correnti che disegnano giochi d’acqua ben visibili anche in superficie, che arrivano a spostare la prua della barca in navigazione, correnti che osserviamo con piacere da sopra la barca ma che a trovarcisi in mezzo complicherebbero di sicuro le nostre osservazioni. Eppure sono proprio quelle correnti, i giochi di marea e le mille variabili che si creano quando correnti e maree avvolgono l’arcipelago ad aver portato tale vita e tale abbondanza e tale diversità in questi reef.
Quello che resta da fare a noi, è solo venire accolti, avvolti e inebriati da quanto si mostra a nostri occhi, bisogna solo scegliere se goderci la complessità del reef o focalizzarci su alcuni suoi abitanti in particolare; gli spunti sono talmente tanti che lo stesso reef potrebbe ospitarci per tutta la nostra permanenza. Gli occhi hanno così tanto da vedere che paradossalmente viene quasi voglia di non cercare, di non concentrarsi ma di galleggiare in quella magnifica espressione di vitalità prendendo quel che il mare ci porta, vivendo il momento e la situazione in cui il mare stesso ci trasporta.
Con così tanto materiale, con così tanto vissuto ogni momento diventa una piccola chiacchiera, una domanda, una piccola lezione che serve ad arricchire i corsisti e a soddisfare la loro curiosità, e che spero riesca a dare almeno la percezione di quanto è densa l’esperienza che stiamo condividendo.
Anche fuori dall’acqua l’arcipelago si dimostra generosissimo, assistiamo alla sveglia e al volo quasi notturno di migliaia di volpi volanti che ogni notte raggiungono le isole più grandi in cerca di frutta; spendiamo momenti meravigliosi e mozzafiato nell’osservare i varani, forse gli animali più emblematici della parte terricola dell’arcipelago di Komodo, ma che nel contesto più ampio di quanto si sia vissuto sopra e sotto il pelo dell’acqua hanno sicuramente un gran numero di competitori per il trono. Tanto tantissimo abbiamo avuto la fortuna di vedere, e tutti siamo rimasti con molti più ricordi e molte più emozioni di quante fossero le più pericolose aspettative iniziali; ma prima di tutto siamo rimasti colpiti da una fulminante considerazione: tutto quello che abbiamo visto merita sicuramente di essere rivisto nella mutevolezza dei suo colori, dei tanti momenti biologici, dei panorami di grande respiro così come negli infiniti dettagli….Komodo offre troppo perché ci si passi una volta sola. Ed è con questa considerazione che sono sicuro che come me anche i miei compagni di viaggio è tornata a casa, con questa considerazione e con la voglia di regalare agli occhi ancora nuovi orizzonti e nuove esperienze di quel luogo così ricco e generoso che è Komodo.