Quante volte capita di trovarsi su una bella spiaggia sabbiosa del nostro Mediterraneo, fare un bagno in mare e non portare con sé nemmeno la maschera, pensando “tanto, con tutta questa sabbia, cosa vuoi trovare”?
In effetti ad uno sguardo sbrigativo le distese sabbiose sembrano dei deserti privi di vita, ma basta un po’ di pazienza per accorgersi che non è così. Certo, a causa dell’assenza di ripari, le piane sabbiose rappresentano un ambiente inospitale per la maggior parte degli organismi, ma proprio questa difficoltà ha plasmato forme, adattamenti e stili di vita assolutamente unici. In un luogo senza rifugi, infatti, gli animali si sono dovuti adattare a vivere totalmente o parzialmente al di sotto del sedimento, o a dissimulare il più possibile la propria presenza nell’ambiente, raggiungendo gradi di camuffamento incredibili. Per questo, se a prima vista le piane sabbiose ci sembrano deserte, dobbiamo rallentare il ritmo della pinneggiata, guardare il fondale con più attenzione, e saremo ripagati da incontri eccezionali: ad esempio, potremmo trovare pesci piatti, come i simpatici rombi di rena o le grandi sogliole, oppure tracine semisepolte sotto la sabbia, o curiose gallinelle che quasi camminano sul fondo con i raggi liberi delle ampie pinne pettorali. Solo con molta fortuna si possono osservare le espressioni un po’ inquietanti dei timidi pesci serpente, appena sporgenti dal fondale, o diverse specie di razze e torpedini, lungo le coste italiane certamente rare. Incontreremmo poi numerosi crostacei, come paguri o coppie di granchi portunidi, di colore grigio e con l’ultimo paio di zampe trasformato in palette, che permette loro di nuotare per brevi tratti. Certamente vedremmo molluschi tipici di sabbia, come turritelle o murici spinosi, e solo prestando attenzione noteremmo i piccoli sifoni delle vongole e di altri bivalvi sepolti nel sedimento. Qua e là troveremmo le grosse oloturie che pacifiche ingeriscono grandi quantità di sabbia, o i pennacchi colorati di qualche verme tubicolo; altri vermi, completamente sepolti, mostreranno la loro presenza solo tramite coni di sabbia simili a vulcani o cumuli di pseudofeci. Anche le stelle marine, per quanto prevalentemente di fondo duro, hanno rappresentanti in ambiente sabbioso,
appartenenti al Genere Astropecten; in particolare, A. aranciacus raggiunge grandi dimensioni ed è vistosamente colorata di rosso, e pertanto rappresenta un incontro estremamente affascinante. Senza contare, ovviamente, tutti i pesci che nuotano nella colonna d’acqua, come mormore, orate, cefali, ma anche acciughe e sardine, o gli animali facenti parte del plancton, che vedremo in un prossimo articolo! Insomma, lungi dall’essere deserte, le coste sabbiose meritano di essere esplorate con la stessa attenzione che riserviamo alle falesie rocciose, e sapranno ricompensare la nostra pazienza con incontri meravigliosi.