Nel corso del 2018 si è registrato un calo degli attacchi di squali.
È un bene? Probabilmente non è una notizia molto rassicurante per i nostri amici. I dati vengono dal Yearly Worldwide Shark Attack Summary, il riepilogo annuale diffuso dal Florida Museum of Natural History.
Attacchi di squalo nel 2018
Gli incidenti documentati sono stati 130, di cui 66 sono stati attacchi non provocati (ossia senza che lo squalo fosse infastidito o comunque stimolato a mordere da un essere umano) e 43 provocati (in seguito a interazioni iniziate da persone). I rimanenti trenta casi riguardano invece situazioni diverse, che vanno dagli attacchi alle barche a attacchi attribuibili ad animali diversi, a quelli in cui le informazioni sono troppo scarse.
32 attacchi non provocati sono avvenuti negli Stati Uniti (il 48% del totale), 20 in Australia, 3 in Brasile e in Egitto.
In totale gli attacchi mortali sono stati cinque, in linea con la media annuale di sei.
Il dato più interessante è il calo degli attacchi non provocati: i 66 dell’anno scorso sono significativamente di meno rispetto alla media di 84 incidenti nei cinque anni precedenti.
Perché gli attacchi di squalo sono in calo?
Vorremmo poter dire che gli squali attaccano meno spesso perché stanno comprendendo che noi non siamo le loro prede, in realtà non è proprio così. O meglio, probabilmente noi non siamo la loro preda preferita ma rimane qualche caso di squali che, per sbaglio o per gioco, ci attaccano.
Il numero degli attacchi oscilla ogni anno in base a numerosi fattori: le condizioni meteo, ad esempio, influiscono sul numero di persone e di squali presenti in mare e quindi sulle possibilità che si verifichino incontri ravvicinati.
Il drastico calo del 2018 può essere spiegato in due modi: o la gente ha prestato molta più attenzione del solito agli avvertimenti dei bagnini e del personale addetto alla sicurezza sulle spiagge, evitando di bagnarsi in presenza di squali, oppure stiamo vedendo meno morsi perché ci sono meno squali. Sarebbe un’ulteriore conferma che il loro numero negli oceani sta rapidamente diminuendo.
Vediamo se il 2019 confermerà la tendenza.